giovedì 10 gennaio 2013

A quel paese il just-in-time

Ci sono le ore al lavoro, quelle in cui uno ragiona in maniera efficiente, guarda i processi aziendali e ragiona per "valore aggiunto", "massimizzazione della produttività", "gestione ottimale delle risorse". Le reminescenze del Politecnico rimandano a esami di "Ricerca Operativa", modelli matematici per trovare il cosidetto "ottimo", mentre quelle di Insead rimandano al mitico professore di POM, Process and Operations Management, che anche in coda in mensa cercava di calcolare la variazione statisctica della velocità delle code e la produttività delle cassiere.

Poi ci sono le ore a casa. Come stamattina quando entrambe le bimbe hanno chiesto di partecipare alla preparazione delle colazioni. E così va a farsi friggere ogni pensiero di processo perfetto di tazze piazzate strategicamente, stazione con pane, burro e spalmì vari e sequenza di attività fra macchina per caffé, bollitore per il te e microonde per scaldare il lattetipo sveglia di Fantozzi. Più un modo di fare le cose è inefficiente più è divertente: la lentezza con cui Sofia versa e mescola due cucchiai di zucchero e cacao fa pensare al commesso interpretato da Rowland Atkinson (Mr. Bean) in "Love Actually" come un mostro di velocità. Va a farsi friggere anche l'attenzione per il cliente: Eleonora e Sofia se ne infischiano di quale caffè io voglia davvero, loro decidono in base al colore della capsula, e se poi ce ne sono una rosa e una viola il rischio è quello di doversi bere due caffè.

L'altra sera all'IKEA abbiamo preso un divano nuovo. Le bimbe ci hanno chiestodi non montarlo io e Anette ieri sera dopo che loro erano andate a dormire, ma di farlo stasera perché vogliono partecipare al montaggio.
Tremo al pensiero :-)

5 commenti:

  1. Apprezzo moltissimo il vostro metodo educativo, la capacità e la pazienza di trasformare i momenti normali di vita in momenti di crescita dell'autonomia delle bimbe, la felicità che esprimete nel passare il tempo con loro. Sono sicura che le vostre bimbe sentono tutto il vostro amore e acquisiscono autostima e sicurezza.
    L'unica cosa che mi lascia perplessa è il fatto che tu lasci loro scegliere quello che devi bere tu. Non sarebbe altrettanto educativo dire che poiché lo devi bere tu sei tu a scegliere?
    ;) in realtà a me farebbe impazzire che qualcuno scegliesse per me, anche se solo per gioco!

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    1. Ma quello viola (Arpeggio) è il mio preferito (e alla fine ho mediato con: una sceglie - l'altra lo prepara, facendo sì che quella che ha scelto fosse Sofia, che diceva "viola")

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  2. A parte che io lascerei solo le capsule del mio colore preferito, Eleonora potrebbe sorprendervi nel montare il divano Ikea e non sottovaluterei Sofia, che in quanto seconda a breve termine, impara tutto più velocemente. Io, da sempre, mi sono fatta aiutare chiedendo loro di passarmi viti, tasselli e attrezzi. Ora ci pensano da soli :/

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  3. Ecco si... anche io tremerei... il mio treenne è riuscito a rompere il tassello di una libreria ikea durante il montaggio e poichè qui in Italia le misure dei tasselli Ikea le trovi solo da Ikea (che per noi non è esattamente dietro casa)... è partito l'urlo selvaggio!

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