venerdì 3 maggio 2013

Preparazione al colloquio di fine quadrimestre

È arrivato tramite Eleonora. Tre pagine A4 scritte abbastanza fitte divise nelle cinque materie principali: svedese, matematica, musica, materie a orientamento sociale (geografia, storia, scienze religiose, educazione civica) e materie a orientamento naturale (biologia, chimica, tecnica, fisica). È il giudizio scritto di Eleonora in preparazione al colloquio che ci sarà con le maestre settimana prossima. Alla fine anche una pagina di piano di sviluppo individuale con il riassunto di quali conoscenze e capacità l'alunno dovrebbe sviluppare e in che modo.

Leggendolo mi affascina l'attenzione ai dettagli messa dalle maestre: commenti su come Eleonora usa la punteggiatura quando scrive e sulla strategia usata quando risolve i problemi di algebra, esempi di attività alle quali ha partecipato e note sui suoi commenti, e persino osservazioni (positive) sul suo modo di esprimere emozioni e sentimenti quando hanno ascoltato le Quattro Stagioni di Vivaldi o quando hanno parlato della Pasqua.

Domani lo leggeremo insieme a Eleonora, che parteciperà al colloquio.

29 commenti:

  1. Che meraviglia!
    Da noi le pagelle sono fatte da 4 righe precompilate a computer alle quali aggiungere solo delle parole, ad es.
    Ha acquisito in modo ______ le abilità di base
    e la maestra aggiunge a penna sicuro/poco sicuro ecc...
    Sono rimasta male nel vedere la prima pagella (a Febbraio), pensavo mi sarei emozionata ed invece....
    La differenza la fa solo il dialogo con l'insegnante che a voce può dirti le varie sfaccettature, ma per soddisfazione sua (del bambino) personale mi sarebbe piaciuto che avesse un ricordo scritto :)

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  2. Molto bello ciò che descrivi. Solo una perplessità? Il colloquio avviene tutto in presenza dell'allievo o c'è anche una fase solo per genitore ed insegnante? Nel caso della presenza di problemi (non è certo il vostro caso!) credo che sia necessario un discorso chiaro da parte dell'adulto che lo ha individuato perché l'altro adulto lo comprenda bene e ci possa essere una comune ricerca della migliore soluzione, ma fare ciò in presenza dell'allievo può minare la sua autostima o turbarlo in qualche modo.
    Cosa ne pensi? Come vanno le cose lì?
    Grazie
    Mila

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    1. "perplessità:"
      Sorry :)
      Mila

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    2. Mi verrebbe da pensare che la bambina sia più parte in causa dei genitori.

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    3. Certamente la bambina è più parte in causa dei genitori, ma può esserci un diverso modo di esprimersi fra adulti rispetto al parlare con i bambini (o ragazzini).
      Mila

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    4. Il colloquio avviene con la bambina, visto che l'oggetto della discussione e lei e il piano di sviluppo riguarda lei. Nel caso di problemi solitamente vengono gestiti con colloqui separati, molto spesso appena appare il problema.

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  3. Hai ragione : è affascinante la compilazione delle maestre con tale profondità e dettaglio, da la sensazione della cura che si prendono dell'alunno nella scuola Svedese. Non è che voglia fare paragoni, non conosco le differenze tra quella Svedese e quella Italiana, anche se io negli anni '90 ho ricevuto pagelle con giudizi scritti a mano per ogni gruppo di materie dalla maestra, ma alle superiori il caos è stato tremendo!

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  4. questa è una delle differenze fra stati civili,che funzionano,e il caaos che regna da noi!!!Lì gli insegnanti sono considerati,pagati il giusto,le classi sono formate da un numero basso di bimbi;provateci da noi a scrivere quattro pagine di giudizio personale e relativo colloquio con 30 bambini,lavorando a casa perchè nelle scuole non hai gli spazi necessari per te.In Danimarca,per esempio,l'universita' è aperta SEMPRE ,le aule sono a disposizione degli studenti,di sera,sabato,domenica ,biblioteche ecc.piccole sostanziali differenze.

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    1. Devo ancora vederlo l'insegnante che vuole restare a scuola oltre le sue 18 ore. Ma forse solo io ho incontrato quelli che all'idea di fare il lavoro a scuola si rifiutano, all'idea di rinunciare ai due mesi tondi di ferie si infuriano e ci sentono solo quando parli di "aumento" e "tagli ai privati".

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    2. mi spiace per te.io conosco decine di insegnanti che a scuola si fermano,che lavorano a casa perchè a scuola non si puo' lavorare,magari in 30 /40 in aula professori con i compiti(che vuol dire quaderni,fogli,relazioni)di magari 30 ragazzini su un tavolo,perchè nel pomeriggio,a scuola,per risparmiare si spegne il riscaldamento,le luci;perchè a scuola c'è UN SOLO computer in uso...o tu per lavorare ti porti il tuo in ufficio?ci sono supplenti che tutti i giorni si fanno giri fra tre/quattro scuole e non è vero che l'orario finisce quando suona la campanella.del resto,visto che siete così bravi,perchè i vostri adorabili pargoletti non ve li tenete a casa e gli fate scuola voi?!? si puo',ve lo garantisco

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    3. Io ai miei non faccio scuola perché studio ancora, comunque non frequenteranno scuole italiane perché non mi piacciono e perché tra poco mi trasferisco all'estero.

      Io ho studiato in città del nord/centro italia e situazioni come le tue non le ho mai viste, nemmeno nel mio ultimo istituto, paritario, in cui davvero cercavano di fare economia su tutto per far quadrare il bilancio. Io per lavorare mi sono sempre portata il mio pc, senza lamentarmi, in caso di bisogno, sarà che a me lo stipendio non lo garantisce lo stato ma un capo che guarda quanta voglia ci metto.

      Sulle 18 ore sono d'accordo con te, ma da qui a farne le 40 di un lavoratore canonico ne passa. Gli insegnanti sono comunque una categoria privilegiata e grazie al cielo qualcuno di loro se ne rende ancora conto; detto questo non è un lavoro facile, senza dubbio, ma dà anche tante soddisfazioni.

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    4. Fammi capire:

      hai 17 anni, anzi no, studi ancora, e però lavori e hai un capo - che ti fa portare da casa il computer su cui lavori. Certo, certo, tutto può essere...
      In compenso, non hai mai visto "situazioni come...", nemmeno nell'ultimo istituto, che era "paritario". L'aggettivo spiega tanto eh!
      Io temporaneamente insegno alla statale in due scuole medie di una ricca città del nordest. Colleghi su più scuole come me ne vedo diversi in entrambe. Una delle due è in un edificio del diciottesimo secolo (non sto scherzando); l'altra è parzialmente in ristrutturazione, quindi con due classi ospiti del consiglio di quartiere, a qualche centinaio di metri, e gli insegnanti che corrono da un lato all'altro tentando di non lasciare mai i ragazzini senza un adulto presente. Nella sala professori di una il computer è arrivato a febbraio (uno, non nuovo ma di recupero, e senza stampante - non dico quante cose ho stampato in copisteria); nell'altra, siccome questa è una ricca città del nordest, c'è l'aula informatica offerta da uno sponsor. Non dallo stato. In entrambe comunque in aula professori tutti gli insegnanti dell'istituto non ci entrano fisicamente. Punto. E la smetto qui perché non ho proprio voglia di andare avanti. Tra l'altro, sono abbastanza consapevole del fatto che sono due scuole in una situazione ben migliore della media, con insegnanti che oltre a lavorare molto e bene riescono anche a trovare sponsor per finanziare aule informatiche e attività aggiuntive: e ci riescono perché il contesto lo permette. Non oso immaginare come sia nelle aree economicamente depresse e in certe periferie degradate.
      Taccio su quanto mi pagano, perché, pur avendo due scuole, non ho l'orario completo. Però dato che rientro negli "insegnanti", categoria assolutamente privilegiata, a giugno il mio contratto finisce. Così potrò scoprire se finalmente risulto disoccupata e ho diritto a una cosa qualsiasi che sia una, dopo più di dieci anni con contratti di vario tipo e genere: perché a scuola io ho messo piede solo quest'anno, dopo aver tra l'altro veramente vissuto e lavorato due anni nel meraviglioso mondo all'estero. A questo proposito, devo dire che prima di provare a fare questo "lavoro non facile" non mi sarei mai sognata di affastellare luoghi comuni sulle sue "tante soddisfazioni": e mi chiedo come mai non ho mai sentito nessuno discettare da esterno su pregi e difetti del fare il manager, il primario, l'infermiere, l'idraulico... Forse perché scarseggiano le occasioni per coltivare rancori adolescenziali riguardo a queste categorie, chissà.
      Mi permetto però di sconsigliare di tenere i pargoletti a casa, potrebbero crescere senza avere idea di come funziona il mondo: suggerisco invece di provare a lavorare un paio di mesetti in un tecnico/professionale a caso o in una media nella media.
      Vado a redigere una relazione su un paio di ragazzini e il verbale dell'ultimo consiglio di classe, visto che è domenica.

      Insegnante sicuramente sotto la media (non sono la stessa persona che ha scritto sopra).

      Ah, dimenticavo: complimenti a Fefo per il blog, è davvero carino, una delle poche cose in rete che ti lasciano col sorriso sulle labbra.

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    5. Grazie per i complimenti :)
      Anche qui in Svezia ci sono stati tagli alla scuola, meno spazi per i docenti per poter ospitare più classi (siamo intorno alla ventina di alunni per classe). Laboratori e strutture in linea di massima ci sono. Nella scuola dove siamo noi gli insegnanti sono buoni, e la scuola ha buoni risultati a livello nazionale.

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    6. Non sono l'unica persona che va per i 21 anni, lavora part-time e studia. In una facoltà non troppo impegnativa è un ritmo di vita accettabile.

      A casa mia hanno insegnato, piuttosto che a inveire contro i luoghi comuni dopo averne usato uno noi stessi, a contenere la coda di paglia.

      Certamente ho visto insegnanti correre e farsi il mazzo, conosco molta gente che fa il tuo stesso mestiere e si è sempre discusso dei pregi e difetti di ognuno, in liberà, con rancori adolescenziali e adulti ma anche stima, sentimento che da queste parti è contemplato. Sulla dotazione informatica si è carenti, ma riscaldamento e luci spente non le ho mai viste, così come non vedo quale sia il problema, in teoria, di un'aula docenti che contenga TUTTO il personale docenti, quando per la maggior parte del tempo essi sono in aula e quando i ragazzi vanno via possono essere usate le aule stesse per meeting e lavori extra, l'aula magna per parlare con tutti.

      Però condivido i complimenti a Stefano!

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    7. Intanto mi chiedo quale luogo comune avrei usato: io ho riportato la mia esperienza di qualche mese di insegnamento.
      Secondariamente, mi chiedo quale coda di paglia avrei... Non ho mai insegnato a scuola prima d'ora (ho insegnato all'estero, ma all'università), e sinceramente non spero di restare tutta la vita a farmi gratuitamente delegittimare come figura educativa più o meno dal primo che passa. Farsi prendere sul serio dai preadolescenti è abbastanza complicato a priori.

      Il problema però qui è molto più semplice. Secondo te, gli insegnanti dovrebbero restare a preparare le lezioni (e le relazioni, i verbali...) a scuola; io vorrei capire dove, dato che appena arrivata ho dovuto mendicare un cassetto, anzi tre, uno per plesso (sì perché ho due scuole, ma tre plessi). E quindi prima di tutto: in quale dei tre plessi dovrei stare il pomeriggio? Devo comunque stare in tutti e tre abbastanza spesso, dato che esistono una serie di attività pomeridiane di cui le persone a quanto pare non sospettano nemmeno l'esistenza. A me si sovrappongono addirittura... Sto un po' qua e un po' là?
      Ad ogni modo: secondo te potremmo stare nelle aule. Cioè dove? La scuola da cui sono tornata ora fa lezione anche il pomeriggio (tempo pieno), e per la verità anche la sera, ospita le serali. Infatti quando qualcuno deve fare recupero (esistono anche le ore di recupero per gli alunni in difficoltà) capita di venire sfrattati dall'aula (esperienza personale). Wow, il problema della scelta del plesso si sta risolvendo da solo. Ecco, l'altra scuola è quella che ha uno dei due plessi in cui insegno io parzialmente in ristrutturazione, ma resta il terzo e il problema prima o poi si risolverà no? Solo che, ancora mi chiedo dove esattamente dovrei lavorare... Sulla cattedra? Ma, ecco, mi sa che potrebbe giustamente essersela presa un(a) collega... No, perché quando c'è il ricevimento generale dei genitori (sai, quella cosa per cui tutti gli insegnanti sono a scuola il pomeriggio e i genitori vanno a parlare con loro) gli insegnanti ricevono nelle aule, e in ogni aula ce ne stanno due o tre (provare per credere). D'altra parte basta fare due conti: ore di lezione frontale per gli alunni delle medie 30/40 (malgrado tutto esiste ancora qualcuno che riesce ad avere il tempo pieno); ore di lezione frontale per gli insegnanti (escluse le ore di recupero) 18. Aule vuote? Ehm. Abbiamo dovuto mettere due classi al consiglio di quartiere...
      Insomma mi devo accomodare su dei banchi pensati per un undicenne. Meno male che sono di corporatura minuta.

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    8. Ancora: i materiali dove li lascio? Perché tu non capisci quale sia il problema dell'aula docenti, ma alle sette e tre quarti nel plesso in cui ho più ore è tutto un "permesso - scusa", perché non ci teniamo a camminarci sopra. Dovremmo lasciare i materiali nelle aule? A parte che anche qui mi chiedo esattamente in quale plesso, gli insegnanti dovrebbero lasciare i materiali che usano per le verifiche nelle aule? Ah no, immagino che quelli dovrebbero andare chiusi in un armadio in aula professori. Li portiamo avanti e indietro – beh, d'altra parte se siamo di quelli con più scuole/plessi dobbiamo portare avanti e indietro anche tutto il resto...
      Poi: quante ore dovrebbero restare aperte queste scuole? Io domenica ho veramente scritto due relazioni e un verbale. Ma mi sta che la sto facendo davvero troppo lunga,

      Insomma, qui bisogna stare a spaccarsi la testa perché gli insegnanti stiano a scuola tutti i pomeriggi, con i loro libri, i loro materiali e il loro computer (portatile), e magari anche la loro pennetta per la connessione a internet (mica tutte le scuole hanno il wifi).

      E la domanda principale è: perché? Perché così “17enne” è felice, visto che ha dimostrato che “si può fare”? Perché questa è la soluzione a tutti i problemi dell'universo? Perché così gli insegnanti brutti e cattivi finalmente lavoreranno di più? Sinceramente ho qualche dubbio sulla motivazione che verrebbe data da un messaggio tipo “adesso devi stare a lavorare dove dico io anche in condizioni infinitamente peggiori di quelle che avresti a casa tua in spazi che non sono mai stati previsti per fare quel lavoro perché se non stai a farlo nell'edificio-scuola il tuo lavoro non esiste”. Ma, quando ho passato ore alla biblioteca comunale (il pomeriggio) a cercare un libro per i miei alunni (quando non hai mai insegnato non hai tante cose), o meglio ancora, quando le mie colleghe si fanno gli incontri alla ASL o con le varie operatrici che seguono ragazzi disabili eccetera eccetera, se non li fanno a scuola si stanno divertendo? Operatrici! Tutte a scuola?

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    9. Parli di discutere in libertà, bene, tu hai da ridire su “quelli che all'idea di fare il lavoro a scuola si rifiutano”: qual è il problema di correggere le verifiche/redigere un verbale/attività a caso a casa propria?

      E scusa: ma se ti capita di finire al pronto soccorso, ti metti a dire a quelli che ci lavorano come devono organizzarsi?

      In quanto a ciò che ha detto l'anonimo sopra di me (con cui mi sa che mi stai confondendo...), devo dire che nemmeno io ho mai visto luci e riscaldamento spenti, ma come ho già detto so di lavorare in una situazione privilegiata. Ripensandoci però sono convintissima che nel mio ex liceo i pomeriggi in cui non c'erano riunioni o altre attività i riscaldamenti fossero spenti eccome: e nemmeno io avrei lasciato accesi quei termoconvettori più dello strettamente indispensabile. Per restare sul personale, il mio liceo era in condizioni molto peggiori delle scuole in cui lavoro ora (è tutto dire).

      Per finire, la “stima”: io stimo tanta gente. Però prima magari la conosco, o anche se non la conosco personalmente vengo in contatto con il suo lavoro. Quindi, dopo qualche mese a scuola, stimo moltissimo moltissimi dei miei colleghi – per quel che riguarda gli altri, non li conosco abbastanza perché incrociandoli tra un plesso e l'altro mi capita di non ricordare nemmeno il loro nome. Ma comunque mi dispiace per loro. Ho ancora da vedere qualcuno che con 18 ore di lezione riesce a passare solo 18 ore a scuola; non riesco nemmeno a capire il concetto di “rancore adulto” (insegnanti che nutrono del rancore verso i loro allievi? Mah); in compenso però mi sembra proprio che un bel po' di persone magari molto adulte (e magari qualcuna con dei bei ruoli di responsabilità) non abbiano mai superato la fase “la prof di “greco/matematica/materia scolastica a caso” è cattivaaa” [sto ovviamente censurando il vero pensiero]. Davvero non trovo un'altra spiegazione per certo livore gratuito.

      Devo dire però che l'idea di “aula magna” applicata alle scuole dove lavoro mi ha davvero fatto ridere. Per la verità, anche applicata alle scuole (statali) che ho frequentato.

      Chiedo scusa a Stefano per il triplo messaggio, e anche per la "chattizzazione" del suo blog.

      Sempre insegnante alle medie (almeno per qualche settimana ancora).

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    10. Io non intendevo rivoltare il sistema scolastico e turbare tutti gli insegnanti d'Italia, rispondevo semplicemente alla frase: "provateci da noi a scrivere quattro pagine di giudizio personale e relativo colloquio con 30 bambini,lavorando a casa perchè nelle scuole non hai gli spazi necessari per te. In Danimarca,per esempio,l'universita' è aperta SEMPRE ,le aule sono a disposizione degli studenti,di sera,sabato,domenica ,biblioteche ecc.piccole sostanziali differenze."

      Non credo ti interessi veramente una risposta a tutto quello che hai scritto (e che ho letto da cima a fondo), ma nel caso preferirei usare le mail visto che il blog è di qualcun altro. Credo comunque che tu mi abbia presa per qualcuno che predilige le polemiche alle cose che funzionano: non è così. Se il sistema, con gli insegnanti che fanno alcuni lavori da casa, funziona, va bene. Se non funziona, si cerca una soluzione per farlo funzionare.

      Detto questo, buon lavoro a tutti (e sì, sindaco anche su come lavorano al pronto soccorso, se mi va, cercando di farlo con gentilezza e non con la verità in mano, convinta che un'opinione possano averla tutti, anche a 17, prossimamente 21, anni.)

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    11. Sì, mi interessa una risposta a ciò che ho scritto. E per quanto il blog sia di qualcun altro e quindi Stefano possa legittimamente dirci di andare a discutere altrove, preferirei non passare dalla comunicazione in uno spazio pubblico a quella in privato, e per la verità nemmeno in un altro spazio, perché se qualcuno legge potrebbe perdere il filo. Magari non ci legge nessuno, nemmeno Stefano, però comunque in teoria ciò che scriviamo è visibile a tutti: ecco perché non capisco perché una discussione pubblica dovrebbe smettere di essere tale. Va bene che siamo due pseudonimi, ma rispondiamo comunque di ciò che diciamo.

      Poi: il commento che citi non l'ho scritto io, ho cercato di specificarlo due volte. Anche se mi sembrava superfluo, perché io e l'anonimo abbiamo due stili di scrittura molto diversi. Riassumo perché evidentemente non si capisce:

      1. anonimo X ha scritto la cosa sulla Danimarca, con un confronto che riguardava l'università;
      2. tu hai risposto spostando il discorso sulla scuola (media o superiore: solo lì la cattedra normale è 18 ore), dicendo che non hai mai incontrato un docente che volesse stare a scuola più ore e che nella tua esperienza tutti si rifiutano di fare il lavoro là (parentesi: nemmeno questo è vero, posso citare docenti con posizioni molto pubbliche in questo senso): è legittimo inferire che secondo te dovrebbero farlo ed è una cosa negativa che non lo facciano;
      3. lo stesso anonimo o un altro con lo stesso stile di scrittura (che tenderei ad escludere possa appartenere a un insegnante) ti ha risposto dicendo tante cose, tra le quali c'erano delle constatazioni sulle evidentemente notorie condizioni di lavoro nelle scuole e in particolare sulle aule professori (poco spazio e pochi computer);
      4. tu hai risposto dicendo che non hai mai visto una situazione del genere (tralasciamo osservazioni su stipendio garantito e mesi di ferie che io non ho – e per la verità nemmeno i miei colleghi);
      5. a questo punto, e solo a questo punto, mi sono fatta viva io, perché ieri ero nel plesso A (centro città), oggi in quello B (periferia), e domattina sarò al C (frazione); dei computer ho detto, degli spazi pure; colleghi come me ne vedo, ne vedo anche qualcuno che cambia scuola nel corso di una stessa mattinata (uno arriva al plesso C quando vado via io, se ti interessa); sentirsi dire che non esisti non è bello. Ho tentato di mettere uno pseudonimo per essere riconoscibile, e ho raccontato la mia limitatissima esperienza.
      6. Tu m'hai risposto con inveire, luoghi comuni che avrei usato (quando?), coda di paglia (su cosa?), e il tentativo di dimostrare che è comunque possibile restare a scuola a lavorare. Ne deduco legittimamente che per te è una cosa essenziale. (Registro però che a questo punto dici che anche tu hai visto insegnanti correre e lavorare, il che a me pare un cambiamento rispetto a ciò che hai detto nelle tue risposte all'anonimo).
      7. Quindi: ho risposto (in tre pezzi) cercando di darti un'idea di cosa in concreto questo significherebbe, cioè una cosa assolutamente non economica (già così si sta scomodi e si viene pregati di spostarsi altrove – cioè in corridoio – perché c'è un colloquio un po' delicato con un genitore; e anche questa è esperienza personale), e ti chiedo esattamente perché questa cosa per te è tanto importante, quale sarebbe il miglioramento – le altre domande sono secondarie, magari un po' meno quelle iniziali.

      Ins. Media.

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  5. A Parma hanno avuto una nuova idea quella di mettere il computer nelle classi per inserire i voti degli studenti, prima i miei figli usavano il" libretto dello studente" che é un libretto da portare sempre a scuola,dove ci si scrive i voti,assenze,ritardi,e c'é anche una parte con "comunicazioni con la famiglia". Il libretto ok va bene,ma lo Stato vuole fare il moderno,ma se non ha neanche i soldi! Subito la storia é cominciata con un risparmio di carta,e ok. Ma poi alcuni insegnanti scrivono il voto sia sul libretto e sia sul computer, che sempre ha dei problemi con la connessione. Qualche giorno fa é capitato di vedere sul registro elettronico dei voti che non corrispondono a quelli del libretto. Sul registro elettronico,per entrarci ci vuole la password(problemi anche con quella)e il nome utente,sul computer ci si può anche scrivere le comunicazioni alla famiglia,così risparmi carta. La preside ha mandato un avviso(cartaceo) a scuola,dicendo che andando a scuola i genitori devono controllare che il figlio entra,(anche se un ragazzo va a scuola in bici) allora tanto vale che ce lo porti direttamente il genitore! E per dire questa cosa inutile hanno consumato carta. Non ha mica senso! Fefo,a scuola da Eleonora c'é il registro elettronico?

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    1. Ciao. Non so se ci sia un "registro elettronico". Il giudizio era comunque scritto al computer ed è un documento che l'insegnante tiene. Tieni conto che qui sino al sesto anno non si danno i voti.

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    2. Questa a me se mbra più mala gestione che altro, ma purtroppo è diffusa. Da me i voti li si teneva su un registro cartaceo del professore e anche gli studenti potevano consultarli, i genitori li imparavano dai figli o a colloquio.

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  6. Oggi c'é stata una lamentela da parte dei genitori sul riscaldamento a scuola. Infatti i genitori hanno ben ragione a lamentarsi,perché a scuola non accendono il riscaldamento (da febbraio hanno cominciato a spegnerlo) e per questo ogni giorno chiedo a mio figlio se a scuola c'era freddo e lui mi rispondeva di sí, e per il freddo molte volte si é anche ammalato. Nelle case c'é freddo uguale perché secondo la proposta del sindaco bisogna tenere a 19 gradi centigradi. Io in casa stò a 22 gradi! In Svezia accendono il riscaldamento nelle case e nelle scuole?

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    1. Qui d'inverno fa -10 e anche più freddo. Senza riscaldamento saremmo assiderati :)
      Noi in casa teniamo 20 gradi, che credo sia anche la temperatura nella scuola di Eleonora. Credo che qui gli edifici siano isolati meglio.
      Consiglio contro il freddo: vestirsi a strati :)

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    2. Io vivo in una casa indipendente e abbiamo sempre tenuto 19 gradi mattina, sera e weekend (quando siamo a casa) e 17 di notte e dalle 9 alle 16. Economicamente ed ecologicamente è molto vantaggioso, soprattutto se la casa è ben isolata, e basta indossare un maglione mentre si studia o legge. Non mi sono mai ammalata più di una volta l'anno (generalmente il 24 dicembre per piangere sul pranzo di natale perduto).

      Quoto il consiglio di Fefo, vesti tuo figlio a strati e vedrai che si ammala di meno. Ah, e fai prendere a lui e ai compagni l'abitudine di cambiare aria in classe almeno ogni intervallo, che i germi di 20 persone fanno molto peggio del freddo!

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  7. I libri di testo di mia figlia all'elementari erano gratis. Invece ora che é alle medie costano in tutto 800€ e poi hanno anche lo zaino che sulla bilancia toccava i 10 kg,in piú un sacco di borse da tenere in mano (pesanti sui 5 kg) e quando sará alle superiori non ne parliamo.. In Svezia questa cosa qui come funziona,e con Eleonora?

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    1. I libri sono della scuola. Vantaggi: zero spese. Svantaggio: non hai i testi degli anni prima da andare a consultare.

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    2. Peccato per quel piccolo svantaggio lì

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