lunedì 25 novembre 2013

Chiacchierando con Sofia

Questo pomeriggio sono passato a prendere Sofia all'asilo per poi insieme andare a prendere Eleonora a scuola. Nel tragitto asilo-scuola ho chiesto a Sofia cosa avesse fatto oggi. Lei mi ha raccontato che hanno avuto "Kompisgruppen", che è il momento didattico nel quale i bambini di quattro e cinque anni discutono di argomenti legati al tema dell'essere amici (kompis = amico). Mi ha quindi raccontato che prima la maestra ha letto loro una storia su due bambini che giocavano quando un terzo bambino arriva e vuole giocare con loro, poi hanno discusso proprio sul come ci si sente quando si viene inclusi e quando si viene esclusi da un gruppo. Una volta arrivati a scuola di Eleonora eravamo ancora nel mezzo del dialogo (gli edifici sono vicini), ma io ero così affascinato dalla profondità del racconto che ci siamo fermati qualche minuto a finire il discorso. È sorprendente quanto, nonostante ancora così piccoli, già a quattro/cinque anni i bambini vedano e capiscano molto più di quello che uno potrebbe credere, da una parte in maniera elementare, ma da un certo punto di vista con sentimenti, emozioni e sensibilità "maturi".

7 commenti:

  1. Santa verità! Purtroppo molto spesso deleghiamo ad altri (baby sitter, nonni) il tempo che dovremmo passare noi con i nostri figli, e una volta a casa, ancora stressati, li mettiamo davanti alla tv o all'ipad. Da oggi mi impongo di ritagliarmi mezz'ora in più al giorno con il mio gnomo.

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  2. Credo che tu abbia proprio ragione. Ho capito male o anche in Svezia il sistema scolastico mette nella stessa classe bambini d'età diverse? Così accade nella mia città, Parma. Ma non sono mai stata molto convinta dell'utilità di questo sistema.

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    1. Ogni asilo sceglie come fare. I due asili dov'è andata Eleonora avevano gruppi della stessa età, quello di Sofia mischia. Devo ammettere che all'inizio ero scettico, poi curioso, adesso lo trovo un metodo con molti aspetti positivi, ad esempio i bimbi imparano a prendersi cura dei bambini più piccolo (e qualche volta anche di quelli più grandi) e imparano a relazionarsi con quelli più grandi, guadagnandosi i propri spazi. Il gruppo poi cambia ogni anno, cambiando le dinamiche e abituando i bambini ad adattarsi e trovare la loro dimensione.

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  3. usare nella stessa frase 5 anni e maturo, parlando della medesima persona ammetto che fa parecchio strano....

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    1. perchè, patalice? forse la parola "maturo" non è appropriata, ma in realtà i bambini in età prescolare sono talmente "calati" dentro ai loro sentimenti ed emozioni che sono in grado di riconoscerli e descriverli meglio degli adulti, inconsapevolmente condizionati e inibiti da sovrastrutture e pregiudizi. i bambini sentono e vivono le loro emozioni da così poco tempo da averne una percezione nitidissima, non offuscata dai condizionamenti dei grandi, e perciò sono davvero assai più consapevoli degli adulti
      Barbara b.

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  4. Sai cosa? Penso che i bambini vedano (e vivano) le cose senza filtri.
    Stride un po' l'aggettivo "maturo" associato al sostantivo "bambino", proprio perché la maturità è un completamento personale che si ha con una dovuta esperienza.
    Ma (mi) ricordo che in ogni noi (adulto) c'è (stato) un bambino: andrebbe rivissuto ogni tanto :-)

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  5. Si infatti, anche io ritenevo inappropriata la parola maturo, e per le stesse ragioni che dici tu.
    non è mio costume giudicare. se mi è concesso esprimere un parere sull'uso della parola (non sulla persona), credo che la parola maturo sia stata usata per eccesso di orgoglio paterno.
    barbara b.

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