Dopo che anche a Stoccolma l'estate ha raggiunto i 35 gradi, e dopo che il giorno successivo le elezioni tutti si sono proclamati vincitori, compresi quelli che hanno preso il loro minimo storico, si sono aggiunte anche le riunioni di classe a far si che le differenze fra Italia e Svezia siano sempre minori.
Questa mattina su Italians c'era questa lettera: http://italians.corriere.it/2018/09/25/lettera-cellulari-a-scuola-la-mamma-e-la-pasta-al-pesto-o-al-pomodoro/
Questa sera Anette è tornata dalla riunione di classe di Sofia. Praticamente avrebbe potuto scrivere lei la lettera a Italians, con citazione dei dieci minuti di arringa con i quali una mamma ha cercato di spiegare perché sua figlia deve avere il diritto di tenere il cellulare acceso in classe, e la scuola ha il dovere di garantirle che non le verrà rubato (iPhone X in mano a bambina novenne...).
Nota di cronaca: oggi è il nostro 14esimo anniversario di matrimonio.
Non mi rallegra questo fatto che i due paesi comincino ad assomigliarsi. Ahi ahi ahi
RispondiEliminaIo insegno alle medie: i ragazzi non possono portare il cellulare a scuola; se un insegnante lo vede, anche spento, lo ritira e poi devono venire i genitori a chiedere di riaverlo. Sono pochissimi i genitori che chiedono permessi speciali per motivi seri. In gita di terza lo scorso anno abbiamo fatto portare a tutti i ragazzi i cellulari, perché servivano il secondo giorno per fare le foto in un luogo particolare e per un gioco durante la serata: i ragazzi ci hanno consegnato alla partenza tutti i cellulari con nome e caricatore e li hanno avuti in consegna solo quando serviva. Io mandavo fotografie e brevi messaggi alle rappresentanti che li giravano a tutti i genitori. Se qualcuno proprio non ce la faceva a non sentire il proprio figlio, poteva chiamarmi. Se le famiglie collaborano fare così è semplice.
RispondiEliminaMio marito insegna alle superiori: situazione veramente difficile; è una continua lotta con ragazzi che ritengono sia loro diritto poterlo usare sempre, ovviamente anche durante le verifiche... E spesso le famiglie non collaborano per nulla.
Auguri! (E per me è il 25° oggi!)
RispondiEliminaFelice anniversario, a giorni io e mio marito ne festeggiamo 13
RispondiEliminaTanti auguri!
RispondiEliminaStefano, rieccomi a fare il correttore di bozze - "tutto IN mondo è paese"? :)
RispondiEliminaAutocorrettore im..mondo.
EliminaCorretto, grazie
Buon anniversario,
RispondiEliminaper quanto riguarda il cellulare o meglio lo smartphone, io è meglio che non commento....sono troppo antico.....
Un saluto
Lorenzo
Ciao.
RispondiEliminaIo ho due figli dell'età delle tue.
Qua da me, in un paesino del centro Italia, i bambini della primaria non possono portare il cellulare a scuola e, salve eccezioni, non ne possiedono neppure uno.
I ragazzi della secondaria di primo grado invece possono utilizzarlo in classe per attività didattiche se e quando l'insegnante lo richiede e lo usano a casa per svolgere certe attività sfruttando delle app per cui hanno ricevuto le credenziali. Allo stesso modo, sempre alle medie, hanno un loro accesso nominale al registro elettornico per mezzo dle quale verificano i compiti, prenotano un aiuto per i compiti (che gestisce il comitato dei genitori) o l'incontro con lo psicologo della scuola. Francamente non mi sembra affatto una cosa sbagliata. Ci vuole misura, quello si
Silvia