Non vedo molto la relazione fra il cellulare e l'attività fisica. Sofia a 8 anni ha il telefonino, ma fa anche danza, pallavolo e nuoto, fa gare di orienteering e nel tempo libero corre (10'19" su 2,3km sono un tempo di tutto rispetto. Provare per credere). Gioca in casa, in giardino e in strada con i figli dei vicini e con la sorella. Sorella di 12 anni che ha il telefonino da quando ne aveva 9 e che fa tennis (va e torna da sola, in bici, dagli allenamenti), pallavolo, orienteering, e che 2,3km li fa in 9'36".
Con Whatsapp entrambe comunicano con nonni e amici in Italia, con zia Helena che abita a 600km e con gli amici, i compagni di classe e quelli di squadra. È uno strumento come tanti, senza il quale a volte si rischia di rimanere fuori, ma non nel senso di "all'aperto".
Con il computer ci si può imbesuire a guardare YouTube o si può programmare in Scratch (Eleonora fece il primo corso di programmazione quando aveva 8 anni). Minecraft sviluppa la creatività. Come con i libri e i fumetti, c'è di tutto, dal classico alla baggianata.
La mancia a Eleonora la mettiamo direttamente sul suo conto, e l'app dei pagamenti sul suo telefonino fa sì che non debba andare in giro con troppi contanti.
Con un'altra app, WattPad, Eleonora coltiva (in parte) la sua passione per la scrittura. Il concorso di scrittura al quale ha partecipato, e che è risultato nella pubblicazione del suo racconto in un libro, si è svolto tutto in digitale, fra tablet e computer.
Quando Eleonora cucina il telefonino la aiuta sia a cercare ricette che a invitare le amiche a cucinare con lei. Il modo migliore di fare le uova in camicia in 70 secondi nel microonde lo ha trovato su Youtube.
Quando era al cinema con le amiche ieri era chiaramente spento, come spento è quando è a scuola (va lasciato in una apposita scatola entrando in classe), tranne quando rispondono a quiz di studio usando l'app Kahoot. L'app Duolingo aiuta Eleonora con il tedesco e Sofia con l'inglese.
Certo, il telefonino è uno strumento con pro e contro, e le app e i social hanno vantaggi, svantaggi e rischi, e quindi sta a noi genitori conoscere, monitorare, controllare, capire, leggere, consultarci, stabilire regole e far sì che vengano rispettate. Ed è un lavoro costante, visto che nuove app escono quotidianamente.
Ad esempio, noi abbiamo il controllo sulle app che scaricano, e possiamo verificare i contenuti in ogni momento. Sulle app con funzione social Eleonora non è mai registrata con il proprio nome e non fornisce mai informazioni personali. Sofia non può usare social e su Whatsapp abbiamo il pieno controllo dei suoi contatti (e chiede sempre se può aggiungere qualcuno). Abbiamo linee guida sul "tempo di schermo" (telefonino + cellulare + tablet + tv, esclusi i compiti).
Quanto sopra è ciò che io e Anette reputiamo funzioni per noi e per le nostre figlie, considerati tanti elementi, da dove viviamo alle regole che abbiamo in casa. Non è comunque una verità assoluta. Rispetto, e ascolto con interesse, le altre opinioni.
Assolutamente d'accordo conte ... sono strumenti e dipende da come si usano. ;)
RispondiEliminaI genitori vigilino, come vigilavano nei tempi andati! :)
Ciao, Fior (nonna)
E' sempre la solita vecchia questione: facile proibire e nascondere la testa sotto la sabbia, più difficile educare all'uso, vigilando in modo più o meno palese a seconda del caso.
RispondiEliminaPS: mia figlia scrive su WattPad e mio figlio gioca con Minecraft ;-)
Ho 41 anni e non ho figli, e le idee parecchio confuse a riguardo...
RispondiEliminaMi spiego: da una parte la mia natura e la lunga parte di vita che ho trascorso senza cellulare mi porta a negare vigorosamente l'opportunità di dare mezzi così ai ragazzini. Ci metto anche che spesso lo smartphone è un terribile mezzo di controllo, una catena invisibile e per questo ancora più subdola (penso a tutti quei genitori che dichiarano di aver inserito di nascosto app di geolocalizzazione o peggio).
Opposto della medaglia mi rendo conto che senza si è molto tagliati fuori, diversi e quindi potenzialmente emarginati (ed anche qui parlo per vita vissuta anche se in altri ambiti). È altrettanto vero che l'oggetto può diventare mezzo educativo, strumento per insegnare spirito critico e prudenza visto tra l'altro che è quasi inevitabile l'utilizzo ad un certo punto.
Quindi boh... sono confusa. Suppongo che di fronte alla pratica una soluzione la troverei, conoscendo mio figlio ed agendo di conseguenza.
Quello che invece proprio trovo sbagliato è l'obbligo dell'uso che deriva da scelte scolastiche tipo uso di app e simili. È una ulteriore ingerenza, a cui è praticamente impossibile opporsi, rispetto ad eventuali diverse decisioni familiari che, al netto di sciocchi oltranzismi, possono essere ben motivate e solide.
Eppure, sull'uso scolastico dei telefonini e dei social, so di insegnanti italiani che (anni fa) usavano i gruppi di Fb (e so che ora ci sono piattaforme apposite per la scuola) per dare consigli o "prove" di verifiche e per i compiti delle vacanze: invece di darli tutti insieme li mandavano, sulla pagina Fb, settimanalmente e aspettavano i file dei compiti eseguiti! :)
EliminaPenso che in ambito scolastico valga quello scritto per l'ambito privato, non un'esagerazione, ma in modo intelligente il mezzo può essere utile! :)
Ciao, Fior
Ps. ho dimenticato di scriverti che, ormai, non c'è un ragazzino oltre i 9 anni che non abbia un telefono (e di solito è il suo il modello più nuovo!), purtroppo dobbiamo educare e vigilare! :)
EliminaCiao, Fior
AL di là del sentirsi emarginati se non si ha lo smartphone (o similare) io trovo anche giusto che i bambini di oggi possano avere accesso alla tecnologia e a tutti i benefici che può dare. E' vero che noi siamo cresciuti bene senza, ma se ora uno strumento c'è perchè bisogna privarsene?
RispondiEliminaE' giusto che mio figlio di 6 anni se ha un dubbio su un dinosauro se era erbivoro o carnivoro sappia che esiste google e sappia come usarlo. Perchè in questo modo imparerà a usarlo, ora con i dinosauri, domani con le ricerche scolastiche e poi per organizzarsi una vacanza da grande.
Quello che bisogna evitare sono gli estremi: non tenere i figli fuori dal mondo per una presa di posizione, perchè non si ha voglia di insegnargli a usare la tecnologia in modo giusto, ma nemmeno perdere il controllo e diventare schiavi di uno schermo. Ma purtroppo questo discorso vale anche per gli adulti: spesso siamo noi i primi che non riusciamo a mollare il cellulare! Una sana educazione servirebbe anche a noi
Bravissima!!! Concordo!!!
EliminaTema molto interessante, con il quale ci confronteremo tra un paio di anni quando la figlia più grande inizierà la scuola. Per ora, mi sono informata, qui nel nostro paesello svizzero i telefonini non sono affatto comuni tra i bambini delle elementari. Va detto che siamo in un paese di meno di 2000 abitanti in cui i bambini si conoscono praticamente tutti ed e facilissimo trovarsi a casa, nei giardini o nei parchi giochi. Vedremo come cambieranno le cose con il tempo. Per ora mi sento abbastanza neutrale, ai miei tempi c’era lo spettro tv e videogiochi. Penso che un po’ di sano controllo come scritto sopra sia forse la via più praticabile.
RispondiEliminaIo ho uno strano rapporto con la tecnologia. La conosco, la uso, ma mi da un pò fastidio l'effetto "dipendenza" che porta. Quindi di solito cerco di evitarla, e per uno che ha un blog è quasi un controsenso. Non mi sono mai piaciuti i cellulari ne gli smartphone, per il semplice motivo che si pretende sempre una risposta ad una chiamata o sms o messaggio o etc..... .
RispondiEliminaSono anche convinto che visto che ho insegnato alle mie bimbe e continuo a farlo a come usare un coltello senza farsi male, a come andare in bici rispettando le regole della strada, a come arrampicare in sicurezza, e meglio che insegno loro anche a come usare lo smartphone. Come di dice Stefano bisogna fissare delle regole.
Quanto dura la giornata in Svezia? A parte gli scherzi, sono positivamente impressionata dall'energia e dalle tante cose riuscite a fare, ma davvero non riesco a spiegarmi come. Potresti descrivere una giornata tipo della tua famiglia?
RispondiEliminaSveglia alle 7, a nanna alle 21:30 (S) 22:00 (E). A scuola dalle 8:00 alle 14-15, doposcuola sino alle 17.
EliminaQuindi fanno tipo un'ora a settimana al massimo di ciascuna attività, altrimenti non sarebbe possibile, di certo resterà una mezzoretta al massimo di tempo libero al giorno, ma l'importante è che a loro piaccia così
EliminaAnche mio figlio fa tante attivita', judo, cricket, nuoto, legge, disegna, fa pianoforte, eccetera, eppure ha un'attrazione compulsiva, direi proprio una dipendenza da videogiochi. Gli limitiamo lo screen-time e ci mancherebbe altro, se non lo facessimo passerebbe la giornata a fare lo zombie senza rivolgere la parola a nessuno appiccicato al suo i-Pad. Di regola sono un paio d'ore nei giorni infrasettimanali e tre ore al giorno nel weekend. Conta che non abbiamo il televisore e non ha il telefonino che contiamo di comprargli agli 11 anni.
RispondiEliminaForse perché sono le due uniche ore al giorno in cui può giocare e riposarsi
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