lunedì 28 febbraio 2011

Una futura skater/snowboarder?

Sofia continua a voler usare il carrello, quello per imparare a camminare, a modo suo, ossia mettendocisi dentro. Solo che, se prima mostrava frustrazione e disappunto per il fatto che non si muovesse, adesso ha iniziato a saltellarci dentro, a farlo andare avanti a furia di spintarelle, e persino ad impennarlo! La cosa non sembra spaventarla assolutamente, anzi, si diverte alla grande. Non aiuta poi il fatto che Eleonora applauda e la inciti. Io già me la vedo fra qualche anno con lo skateboard o lo snowboard.
Le dico di smettere o vado a prendere un casco?

domenica 27 febbraio 2011

Bolle di sapone

Dormiveglia della domenica mattina. Una risata di Sofia fa capire che è sveglia. L'orologio segna le 6.59, Anette mi fa segno che è il mio turno di alzarmi. In effetti è andata peggio a lei ieri, Sofia si è svegliata alle 6.30. E poi di domenica Eleonora ha calcio, quindi di farsi grandi dormite non se ne parla.
Mentre le do la colazione Sofia mostra interesse per il mio caffé. Puccio il dito nella tazzina, e mentre glielo faccio assaggiare mi chiedo se vada bene dare il caffè ad una bambina così piccola. Mi ricordo che me lo chiedevo anche con Eleonora, ricordo di aver cercato su internet la risposta, realizzo di averla già dimenticata. Beh, dai, una goccia non può far male, e poi da come ciuccia il mio dito sembra proprio piacerle. Nel frattempo sono le 7.20. Sofia è allegrissima. Devo trovare un gioco divertente, ma silenzioso, per non svegliare il resto della famiglia. Mi guardo intorno in cucina, poi, nonostante sia ancora un po' assonnato, un lampo di genio: le bolle di sapone! È incredibile come un gioco così semplice sia anche così divertente e persino rilassante. Gioca lei, ma gioco anche io. La bolla più grande, quella che vola più lontano, le bolle doppie. Sofia è affascinata. Alcune volte rimane come impietrita ad osservare tutte le bolle, altre volte ne punta una e se ne lancia all'inseguimento per farla scoppiare. Faccio una bolla enorme, lei la scoppia, il sapone spruzza su tutti e due. Ridiamo entrambi, ed io la bacio per ringraziarla di mantenere vivo il bambino che c'è in me.

sabato 26 febbraio 2011

Non ha ancora visto Rocky

Percorso sala-cucina: due minuti e quindici secondi. Non perché la casa sia enorme, ma semplicemente perché Sofia sta iniziando a voler camminare tenendo la mano di qualcuno. Ecco allora che abbiamo fatto il tragitto a passi di formica, o meglio, lei, tenendomi il dito, con la sua andatura alla Frankenstein, ed io a passini piccini. Arrivati in sala da pranzo ho iniziato a farle da personal trainer, incitarla, piano piano togliere il dito per vedere se continuava a camminare da sola. Quindi, giunti in cucina, le ho lasciato la manina e lei si è trovata a fare tre passi con le braccia al cielo. Al che ho imitato lo Stallone dei tempi andati e mi sono lasciato andare in un "Adrianaaa!!".
Eleonora mi ha guardato e serafica mi ha detto "papà, si chiama Sofia".

venerdì 25 febbraio 2011

Sbagliando s'impara

Ultimamente Eleonora ha un nuovo gioco preferito per il computer. È un cd-rom della Pimpa con un gioco interattivo. Le prime volte, repetita iuvant, giocavamo sempre insieme. Adesso invece alterna volte nelle quali vuole giocarsi da sola a volte in cui giochiamo insieme. Ieri sera c'è stata una combinazione. Prima abbiamo giocato insieme, poi mi ha chiesto di giocare da sola. Ecco che mentre cercavo di leggere il giornale prima che Sofia lo facesse del tutto a brandelli sento che dal computer provengono i suoni di una risposta sbagliata dopo l'altra. Incuriosito, mi sono messo a giocare con Sofia in una posizione dalla quale potevo osservare ciò che faceva Eleonora. Dopo cinque minuti in cui costantemente sbagliava apposta le ho chiesto come mai lo stesse facendo. Lei mi ha risposto "voglio vedere cosa succede". Poi, metodica, è andata avanti per una mezz'oretta provando tutte le risposte sbagliate possibili sino a quando, terminata l'ultima risposta errata, ha detto soddisfatta "adesso ho finito!".

giovedì 24 febbraio 2011

Quando i bambini ti sorprendono

Eleonora ha avuto uno scatto di rabbia con Pia, una delle maestre all'asilo. Questa le aveva chiesto un favore e lei ha reagito dicendo di no ed urlando. Poi si è calmata e le ha chiesto scusa. Pia ha poi raccontato l'accaduto ad Anette. Ecco che quindi dopo la cena Anette ed io ci siamo messi a parlare con Eleonora, abbiamo ascoltato le sue ragioni, le abbiamo spiegato che non è sbagliato arrabbiarsi, ma che ci sono modi e maniere e che ci dev'essere una relazione fra il motivo e l'intensità della reazione. Inoltre abbiamo parlato del rispetto e di quanto sia fondamentale rispettare sempre le persone.
Questa mattina stavo tornando in macchina dopo aver lasciato Eleonora all'asilo quando la vedo sbracciarsi e chiamarmi a gran voce. Torno quindi da lei e le chiedo cosa c'è. E lei "ho chiesto ancora scusa a Pia, ma non una cosa veloce, le ho proprio detto piano e bene che ero molto dispiaciuta e che la rispetto!"

mercoledì 23 febbraio 2011

Tracce di Sofia

Non sono passate neanche sei settimane dall'inizio dell'inserimento di Sofia al nido. Il primo giorno l'unica traccia della sua presenza era un'etichetta sul suo armadietto: Sofia; mamma: Anette; papà: Stefano.

Girovagando per le stanze invece adesso la sua presenza è evidente. Dentro la prima stanza dei giochi c'è la parete con i nomi di tutti i bambini e sotto ogni nome un disegno fatto da quel bimbo. Sotto il nome di Sofia c'è un disegno nelle varie tonalità del blu. A casa abbiamo già il suo primo disegno - per San Valentino un bel disegno rosso amore. Sul muro, fra le date di nascita di tutti i bambini, c'è anche quella del suo compleanno. Sul tavolo dove mangiano c'è l'etichetta con il suo nome. Nel corridoio che porta alla seconda stanza dei giochi ci sono due foto di Sofia che, incuriosita nella prima ed affascinata nella seconda, osserva delle bolle di sapone. Per terra, lungo il corridoio, le impronte dei suoi piedini, che insieme a quelle di tutti gli altri bimbi creano una specie di walk of fame hollywoodiana. E nella stanza del riposino il suo materassino è facilmente riconoscibile da Gatto Isabella, il suo peluche.
Si vede che le piace venire qui. Lo si capisce dall'espressione sul suo viso mentre passiamo il cancello. E mentre una parte di me pensa che sarebbe stato proprio bello stare a casa ancora un paio di mesi proprio adesso che inizia con i primi passi e le prime parole, un'altra è proprio contenta che l'inserimento sia andato così bene.

martedì 22 febbraio 2011

Riunione genitori all'asilo di Sofia

Lunedì sera, doppio appuntamento piscina con Eleonora e riunione genitori all'asilo di Sofia. Morra cinese, sasso batte forbice, Anette in piscina io all'asilo. Difficile stabilire chi abbia "vinto" visto che chi andava in piscina si godeva la prova finale di Eleonora con tanto di diploma, ma doveva portarsi anche Sofia. A me comunque è toccata la riunione dei genitori.

Eccoci quindi in sette papà e sei mamme tutti seduti sulle seggioline dei bambini ad ascoltare le maestre che ci raccontano del "sacchetto delle canzoni" (pieno di oggetti che i bambini associano alle varie canzoni, possono ad esempio pescarne uno per scegliere quale canzone vorrebbero sentire), di come i bambini facciano ginnastica compresi gli esercizi per la "ginnastica per la bocca", e di come le maestre vengano spesso sorprese dai bambini e dalla loro capacità di trovare soluzioni nuove e diverse al gioco della scatola delle associazioni (piena di oggetti che possono essere raggruppati per forma, colore, utilizzo, materiale, eccetera).

Una delle maestre ci ha anche coinvolti in un esempio pratico facendoci vedere come usano la scatola delle favole (che oltre al libro contiene oggetti attinenti alla storia) e come lavorano con il SET, l'allenamento sociale ed emotivo con il quale lavorano con i bambini su autostima, empatia, motivazione e gestione delle emozioni. Ed io che credevo che Sofia andasse lì solo a giocare...

lunedì 21 febbraio 2011

Ringraziamenti

Dopo il fine settimana mi sento di fare alcuni ringraziamenti:
- All'inventore della vernice lavabile (uno a cui darei il Nobel per la chimica) ed a quello dei divani sfoderabili
- A chi ha pensato al blocco tastiera del telefono di casa. Credo che altrimenti Sofia sarebbe riuscita a chiamare E.T.
- A chi ha progettato il bagagliaio della Volvo, che non fa differenza se vai una notte dai nonni o una settimana in vacanza lo riempi sempre al limite. Ma come facevamo a farci stare tutto nella Renault 4?
- A chi ha inventato i pannolini usa e getta. Non vedo l'ora che Sofia inizi a camminare per passare a quelli a mutandina
- All'inventore di lavatrice e lavastoviglie. Degno di un Nobel per la pace
- All'inventore delle basi pronte per pizza. Lo so, aberrante per un italiano, ma ti risolve la cena della domenica e ci fai anche divertire le bimbe (Eleonora che guarnisce la pizza, Sofia che divora tutto ciò che cade dal tavolo)

domenica 20 febbraio 2011

Nuovo record di Sofia

Nuovo record: 7 passi. Adesso si alza da sola, allarga le braccia assumendo la posizione del surfista per stare in equilibrio, poi inizia con i suoi passetti incerti. Si vede che vuole iniziare a camminare. A volte sembra che pianifichi il percorso, quasi fosse cosciente che ogni 5-6 passi deve avere un appoggio. Eccola quindi alzarsi e fare tre passi, poi si appoggia al puff, poi quattro passi per appoggiarsi alla poltrona e quindi altri quattro-cinque passi sino al divano. L'unico problema è che tende, una volta quasi a destinazione, a lanciarsi sull'ultimo obiettivo. Cosa che va bene se a riceverla siamo Anette, Eleonora o io, molto più problematica quando il traguardo è la cucina giocattolo.

Sofia ha anche mostrato una nuova passione: quella per i pop-corn. Complice il "Melodifestival" (il festival di Sanremo svedese, che si svolge ogni sabato per sei serate), imperdibile visto che all'asilo di Eleonora tutte le bimbe commentano le canzoni, ecco che abbiamo un nuovo appuntamento settimanale dalle 20 alle 21.30.
La cosa in famiglia è stata trasformata in una specie di happening. Eleonora ha negoziato di poter partecipare al televoto durante la serata finale e di poter mangiare i pop-corn durante ogni serata. Sofia ha gradito molto quest'ultima decisione della sorella.

Nota: Questa mattina agli allenamenti di calcio di Eleonora parità assoluta fra papà e soccer moms (9 papà e 9 mamme). Complici forse i meno undici, quasi tutti avevamo il thermos con il caffè, qualcuno aveva anche dei biscotti, quindi a bordo campo (in palestra, al chiuso) si è svolta una specie di colazione collettiva.

sabato 19 febbraio 2011

Una punizione terribile

Pomeriggio, sole splendente, meno sette. Tutti fuori a far sci di fondo.
Una volta rientrati c'è la meritata merenda, secondo la tradizione svedese dovrebbero essere "sju sorters kakor" (sette tipi di dolcetti) fra cui la torta.
Io faccio uno scherzo ad Eleonora e le dico che purtroppo la torta non c'è.
Eleonora mi guarda e dice "se mi fai ancora uno scherzo domani niente baci!"
E come potrei farle altri scherzi oggi di fronte alla prospettiva di una punizione così?

Dev'esser proprio stata bene in questi giorni sola dai nonni

Casa dei nonni, complici i meno 15 siamo tutti in casa. Sofia gioca a ce l'hai con gatto Simon, il resto della famiglia è stato coinvolto da Eleonora in un pic-nic con le bambole (era tanto che non bevevo un tè nel servizio dei puffi). Ad un certo punto Eleonora si alza ed incomincia a saltare sempre più forte.
"Eleonora...guarda che se fai così si rompe il pavimento"
"E allora cosa succede?"
"Che i nonni non hanno più una casa"
"E dove vanno allora"
"Beh...da noi"
"Allora salto FORTISSIMO!!!"

venerdì 18 febbraio 2011

Soli con Sofia

Eleonora è ancora dai nonni, e così Sofia prova l'esperienza di avere Anette e me tutti per se. In effetti è una sensazione particolare, una specie di strano deja vù, il ritrovarsi come quattro anni fa, il concentrarsi su una bimba sola (e contemporaneamente il sentire che l'altra un po' ti manca). Sofia sembra un po' spaesata dall'assenza di Eleonora, ma sembra anche contenta di avere l'attenzione completa di entrambi. È una cosa della quale io parlo con Eleonora le rarissime volte che dice frasi del tipo "giocate solo con Sofia, è ingiusto!", le racconto di quando lei aveva l'età di Sofia e non doveva dividerci con nessuno. Così lei torna nel ruolo di sorella maggiore e rivede subito Sofia come la sorellina. Sofia...chissà quando si stuferà di ereditare alcuni vestiti della sorella e vorrà tutto il guardaroba "nuovo". Chissà se toccherà ad Eleonora fare tutte le "battaglie" per tornare a casa tardi la sera, per dormire fuori, per avere il motorino, e Sofia si troverà la strada spianata. Sono le domande futili che ci poniamo a volte, quelle del tipo "ma se con Eleonora abbiamo iniziato con la paghetta a cinque anni, dovremo fare la stessa cosa con Sofia?". A volte rido da solo pensando che un giorno magari Eleonora ci dirà "ma come, a xx anni può gia fare questo?", anche se in realtà sono convinto che saranno molte di più le volte che si alleeranno. Io aspetto con impazienza il primo giorno in cui andrò al cinema con entrambe le bimbe, mentre temo quello in cui Sofia mi dirà "posso andare in vacanza con Eleonora?"

giovedì 17 febbraio 2011

L'onestà dei bambini

Eleonora è per qualche giorno da nonna Eivor e nonno Bosse. La chiamo per darle la buonanotte.
"Ciao Eleonora, come va?"
"Ciao papà, bene grazie"
"Ti stai divertendo?"
"Si, molto"
"Giochi con il gatto Simon"
"Si, è proprio monello"
"E tu? Sei ubbidiente e fai come dice la nonna?"
"No"
"..."

mercoledì 16 febbraio 2011

Pensieri notturni

Mi piace vedere che Eleonora e Sofia sono contente quando le lascio all'asilo. Segno che si trovano bene. Mi piace ancora di più vederle ancora più contente quando vado a prenderle. Segno che a casa si trovano meglio!

Mi piace sentire che cresciamo ogni giorno di più come famiglia, vedere che Sofia ed Eleonora si sentono sorelle, vedere che cercano mamma e papà. Mi piace che nonostante si vogliano rispettare gli orari del mattino si può fare uno strappo e giocare tutti sul lettone anche di martedì.

Mi piace sentirmi chiamare papà da Sofia ed Eleonora. Mi piace anche quando lo dice Anette. Mi piace essere papà. È una responsabilità importantissima, ma anche un piacere immenso.

Mi piacciono, a dosi omeopatiche, anche i momenti come questo, le notti in cui vieni svegliato da un pianto di Sofia, la prendi in braccio, lei ti vede, ti sorride e si riaddormenta con l'espressione di chi si sente amata e sicura. Forse anche perché guardo Eleonora dormire e so che arriva il momento in cui dormono tutta la notte.

martedì 15 febbraio 2011

Ci bastan poche briciole, lo stretto indispensabile

Mamma Anette in piscina con Eleonora, io a casa con Sofia. Giochiamo insieme in sala, le leggo un libro. Ad un certo punto sembra stancarsi della lettura. Si guarda intorno. Gattona verso il ciuccio e lo mette nel carrello primi passi, poi si guarda ancora intorno, gattona fino al telefonino e mette anche quello nel carrello, perplessa continua ancora a guardarsi intorno come se mancasse qualcosa, quindi espressione contenta quando vede un peluche, gattona, lo prende, mette anche quello nel carrello e solo a quel punto si alza ed inizia a spingere con aria soddisfatta. La seguo. Fa tutta la strada sino alla cucina. Una volta arrivati mi guarda, indica la credenza e dice "kaka" (in svedese: biscotto).
Appena prima di cena forse non si dovrebbe, ma non potevo non darglielo.

lunedì 14 febbraio 2011

San Valentino secondo Eleonora

"Papà, ti voglio bene...più dell'amore!" detto con un calore che oggi potrei uscire in maglietta e pantaloncini nonostante i meno tredici...

domenica 13 febbraio 2011

Un'altra parola nuova e sempre a proposito di pari opportunità

Mentre giochiamo Eleonora mi dice "Sofia mi ha fatto lo sgamberetto".
Io: "si chiama sgambetto".
Eleonora "Ma me lo ha fatto mentre camminavo all'indietro!"

A proposito di pari opportunità, oggi una mia amica di 35 anni, mamma di due bambini ed attualmente in part-time, mi ha raccontato di essere appena diventata direttore del personale (e membro dell'alta dirigenza) della sua azienda, che è fra le prime 30 per capitalizzazione alla borsa di Stoccolma. Congratulazioni (a lei e a chi l'ha scelta!)

Bonus parità

Nel mucchio della posta c'è una busta colorata che è impossibile non notare. La apro ed è il modulo per il "bonus parità". È un modo per incentivare che entrambi i genitori prendano il congedo parentale per più del minimo. Ho quindi scoperto che in pratica, per ogni giorno che ho fatto in più dei 60 giorni riservati a me, c'è un bonus (di una decina di euro al giorno) che cresce progressivamente e raggiunge il massimo per le coppie che dividono il congedo esattamente al 50%. Ho scoperto anche che per Eleonora che il papà stia a casa è una cosa naturale. L'ho scoperto mentre stavamo (finalmente) quasi finendo la casa delle bambole che stiamo costruendo insieme. Mentre discutevamo del cosa succede nelle varie stanze lei mi ha spiegato che in una c'è Ken che gioca con i bambini. "E Barbie" e ho chiesto? "È al lavoro" mi ha risposto.

sabato 12 febbraio 2011

Segni tipici

Ci sono dei segni che rivelano la presenza di bimbi piccoli in una casa e che credo siano abbastanza tipici. Qui da noi sono:
- pezzi di lego nelle scarpe, ma in realtà anche nei posti più impensati. Sofia li nasconde come il cagnolino che sotterra i suoi ossi
- impronte delle manine sulla televisione e sui muri (viva la vernice lavabile)
- rotolo di carta igienica che parte dal bagno e si srotola per tutta la casa
- cose che spariscono per venire ritrovate dove meno te le aspetti: la cravatta che non trovi è diventata uno splendido vestito con stola per la Barbie
- la lavatrice è praticamente in moto perpetuo. Sofia ed Eleonora hanno la facoltà di sporcare i vestiti, e non solo i loro, con una dedizione quasi ammirabile
- libri, giornali e riviste lasciati a portata di Sofia vengono accuratamente masticati e strappati
- Ho ciucci nelle tasche di ogni giacca

venerdì 11 febbraio 2011

Quella luce negli occhi

Anette ha una "tjejmiddag", la classica cena sole donne. Ecco che quindi sono a casa da solo con Eleonora e Sofia. A Sofia hanno appena regalato un gioco di quelli in cui bisogna mettere il cubetto della forma giusta (dado, cilindro, ecc.) nel buco giusto. Sofia gioca. Io ed Eleonora osserviamo. Mi ero dimenticato quello sguardo di orgoglio e soddisfazione che c'è negli occhi di una bimba di 14 mesi quando "capisce" come deve fare, quando riesce in quello che fa. Io sorrido in silenzio, Eleonora fa la sorella maggiore: spiega, aiuta, incita. Faccio vedere anch'io a Sofia, mi butto nel gioco. Lei imita, poi fa da sola. Ride, si fa da sola applausi ai quali io ed Eleonora ci aggreghiamo. Quella luce negli occhi di Sofia è fantastica: autostima che si forma, orgoglio, gioia di crescere. Per un po' viviamo in una bolla fuori dal tempo fatta di cubetti e cilindrini. Penso siano passati una ventina di minuti, in realtà è passata ben più di un'ora. Mentre faccio addormentare Sofia posso ancora vedere nei suoi occhi quella luce.

giovedì 10 febbraio 2011

Quando sono le bambine a decidere

Questa mattina ero nel walk-in closet quando entra Eleonora che decide di aiutarmi a scegliere come devo vestirmi. Per sicurezza io ho scelto un abito grigio scuro, poi ho lasciato a lei la scelta di camicia, cravatta e pochette.
"Hmmm...ecco papà...come camicia questa"
"Ah...quella a quadretti rosa...va bene"
"E come cravatta...questa"
"Ah, quella rosa scura, bene...e come pochette?"
"Questa!"
"Ah, lo stesso rosa della camicia, bene, ottimo abbinamento cromatico!"

Appena indossato il tutto Eleonora ha detto estasiata "sei proprio elegante, papà". Sofia ha applaudito.

E così sono al lavoro con camicia, cravatta e pochette rosa. Think pink!

mercoledì 9 febbraio 2011

Concerto di mezzanotte con valzer e tetris

È quasi mezzanotte, tutto tace in casa. Poi un colpetto di tosse di Sofia. Eleonora, nel sonno, "risponde" con un colpetto di tosse. Starnuto di Sofia. Starnuto di Eleonora. Lo starnuto di Sofia le ha fatto perdere il ciuccio. Inizia a piangere. Svegliata dal pianto inizia a piangere anche Eleonora. Nel frattempo mamma Anette aveva preso in braccio Sofia. Cambio, giro di valzer: io prendo in braccio Sofia e Anette consola Eleonora. Porto Sofia nel lettone e si calma subito. Anette si mette a letto con Eleonora. Dopo una mezz'oretta tornerà nel lettone dove Sofia dorme alla grande, ma rigirandosi come un pollo sullo spiedo fa di tutto affinché Anette ed io non si riesca a dormire.
Verso le quattro del mattino noto che Anette dorme con la testa al posto dei piedi ed i piedi dove di solito c'è il cuscino mentre Sofia dorme accucciata con il sedere per aria e le ginocchia sotto la pancia. Io trovo una posizione ad incastro e mi addormento. È una delle cose che ho imparato a militare, a dormire dovunque.

martedì 8 febbraio 2011

E la tartaruga come fa?

Mentre mamma Anette è in piscina con Eleonora io sono in sala con Sofia. Lei ha deciso che devo leggerle un libro. Quello con gli animali. Solo dopo qualche minuto mi rendo conto che uno che osservasse la scena da fuori vedrebbe una bambina che indica un animale, un papà che inizia ad abbaiare, miagolare, muggire, ragliare, eccetera, e quindi la bambina che inizia ad applaudire, e così il papà mette ancora più enfasi ed energia nel prossimo verso. Mi rendo anche conto che Sofia sembri un po' delusa dal fatto che io non sappia fare il nè verso della tartaruga nè quello della stella marina. Inoltre credo che forse alcuni dei suoi neuroni pensino che la medusa faccia "ahi ahi!". Però sembra veramente che si diverta.

lunedì 7 febbraio 2011

Si ricomincia

E così è finito il congedo parentale, la prova è che ho tolto la risposta automatica in Outlook.
L'inserimento di Sofia è andato fin troppo bene, visto che alla mattina quando la porto al nido cerca di saltare dalle mie braccia a quelle di Vicki. Questa mattina, segno massimo di fiducia, una volta in braccio a Vicki ha persino voluto darmi il suo ciuccio, segno che proprio si trova a suo agio.
Febbraio sarà un mese di transizione, visto che Anette lavora al 50%.
Mentre inizio a segnare sull'agenda le domeniche a calcio, i lunedì in piscina ed i martedì a danza con Eleonora, inizio veramente a comprendere quale fantastico privilegio è stato quello di poter stare a casa questi quattro mesi. Sono strafelice di aver fatto quest'esperienza. Quattro dei miei colleghi iniziano il congedo nel giro di due-tre settimane. Uno di loro farà sei mesi a casa. Tempo ben speso.

domenica 6 febbraio 2011

Vantaggi degli sport di squadra

Ci sono dei vantaggi ad avere una figlia che pratica uno sport di squadra (nella fattispecie il calcio): basta che uno si guardi intorno e spariscono molti dubbi. Si perché quando Eleonora torna dall'asilo ogni giorno con qualche livido nuovo perché "sono scivolata giocando alle winx club" o "mi sono scontrata con xyz giocando a ce l'hai" uno si preoccupa un po'...poi vedi che non c'è una delle compagne di squadra che non abbia le sue belle macchie gialle-blu (che lo facciano per patriotismo svedese?) allora ti tranquillizzi. Oppure ti chiedi se è normale che ci rimanga così male per un gol preso...poi vedi che una dell'altra squadra si mette a piangere ogni volta che subisce un gol. O ancora, a volte ti sembra un po' scoordinata, poi la vedi correre di fianco alle altre e scopri che non è assolutamente così, anzi. Fa bene anche a me come genitore, che a volte mi chiedo se sono troppo apprensivo o troppo severo o troppo permissivo, guardarmi intorno, vedere gli altri genitori, vedere come si comportano e che rapporto hanno con le proprie figlie. Ok. Sono l'unico che fa la ola...ma Eleonora ha fatto veramente un gol splendido!

sabato 5 febbraio 2011

Immagini dal futuro

Io ed Eleonora giochiamo in camera sua. È raggiante. A colazione abbiamo deciso che fra due settimane andrà a stare per un paio di giorni da nonna Eivor e nonno Bosse. Lei ad un certo punto prende un telefonino finto e simula una chiamata ad una sua amica. Le racconta della festa di compleanno a cui è stata settimana scorsa, poi inizia a fare piani per questo fine settimana. "Vieni qui a prendere un tè e poi andiamo al cinema domani?" "Ci vediamo in biblioteca oggi pomeriggio?" Ed io vedo davanti a me immagini della prima volta che avrà le chiavi di casa, di quando starà fuori a dormire, ma non sarà dalla nonna. Penso all'immagine del genitore arcere e mi chiedo se sarò capace di lasciar partire la freccia o se cercherò di tenerla ancora un pochino con la scusa che l'arco non è ancora abbastanza teso, che si, adesso lascio, sto solo prendendo la mira.
Poi penso che se sono qui, a 2000km dalla mia Milano, se questa splendida bimba e sua sorella sono nate e sono proprio loro è perché io ho avuto la fortuna di avere arceri che hanno avuto la forza di lasciar volare la freccia (perché in certi casi ci vuole molta più forza a lasciare che a tenere).
E mentre sono assorto nei miei pensieri Eleonora mi dice "papà, domani mi porti TU a vedere Rapunzel al cinema, vero?"
"Certamente!" le rispondo, e già mi pregusto le immagini di noi due al cinema con i popcorn.

venerdì 4 febbraio 2011

Fra Rapunzel e Medusa

Ad Eleonora non abbiamo mai tagliato i capelli (tranne la frangia). Ha compiuto cinque anni il novembre scorso, quindi, come si può immaginare, ha i capelli abbastanza lunghi, che se non vengono pettinati praticamente ogni giorno la trasformano da Rapunzel a Medusa.
Pettinarla la mattina può essere di tutto, da una terapia ad un piccolo inferno. Certe mattine è un piacere spazzolarle delicatamente i capelli e parlare di che cosa ha sognato o di che cosa farà all'asilo. Altre mattine, specialmente quando si ha fretta, i pensieri vanno a Sinead O' Connor.
Ci sono poi le volte in cui ti chiede la treccia o i codini o le trecce alla Pippi, che uno la guarda e sembra quasi di avere una bambina diversa ogni giorno.
Questa mattina poi c'è stato una nuova combinazione: io pettinavo Eleonora che a sua volta, contemporaneamente, pettinava Sofia, e fra la calma dei gesti e le risatine delle bimbe ho scoperto un nuovo momento di trascurabile felicità.

giovedì 3 febbraio 2011

Come giri sulla giostra

C'è nonna Eivor in visita da noi. Cosa che fa sempre piacere.
Deve far piacere anche a anche a Sofia visto che mentre è in braccio a me indica chiaramente che vuole andare in braccio alla nonna.

E una volta in braccio alla nonna dopo un po' dice "mamma" ed indica chiaramente che vuole andare in braccio alla mamma.

E una volta in braccio alla mamma dopo un po' dice "papà" ed indica chiaramente che vuole venire in braccio a me.

E così via, una volta in braccio a me dopo qualche minuto ri-indica nonna Eivor.

E noi chiaramente la accontentiamo...

Mi viene da dire "Altro giro, altro regalo!", come urlavano alle giostre quando ero bambino.

mercoledì 2 febbraio 2011

Fai come faccio io

A volte la cosa più bella è semplicemente guardare, lasciare che le bimbe facciano da sole, senza mettersi in mezzo. Ecco che Eleonora decide di insegnare a Sofia che i pastelli a cera non sono cose da mangiare ma strumenti per disegnare: "Guarda, si fa così...fai come faccio io". Sofia ha guardato attentamente per una trentina di secondi, ha anche cercato di imitare la sorella maggiore per 10 secondi...poi si è rimessa in bocca il pastello a cera.

martedì 1 febbraio 2011

Piccole soddisfazioni mattutine

Mattina lenta. Mamma Anette e Sofia dormono nel lettone (o meglio, Sofia dorme, rigirandosi e scalciando così da far sì che mamma Anette non possa dormire più di tanto). Io sveglio Eleonora che è in catalessi. Non dice nulla. Si muove come una bradipina durante tutte le operazioni di lavaggio e vestizione. Vestizione che continua mentre fa colazione, finita la quale proferisce la prima frase compiuta della giornata: "papà, fai il latte con la cioccolata più buono del mondo. Con i grumi proprio come piace a me. Sei bravissimo!".
Ed il fatto che la frase sia arrivata dopo una mezzoretta di grugnitini e silenzi non importa più!