martedì 15 ottobre 2013

Hello world!

Le ho buttato lì un "How are you?" in inglese quasi per caso. Lei mi ha risposto con un "Fine, thanks; and you?" con accento quasi britannico. Le ho quindi risposto e frase dopo frase ne è nata una conversazione in inglese per un buon quarto d'ora abbondante. Abbiamo parlato di lei, della nostra famiglia, di cavalli e di farfalle. Ogni tanto mi chiedeva qualche parola, ma il tutto è comunque stato abbastanza fluido. E così mi sono reso conto che il metodo della sua insegnante, che usa una scimmietta di peluche di nome Smiley, sembra proprio funzionare: Eleonora è in grado di cavarsela con una conversazione elementare in inglese. Domani farò i complimenti alla maestra.

20 commenti:

  1. 'Sta Svezia, dalle tue parole, sembra Wonderland.... se avessi 20 anni di meno mi ci trasferirei con i figli....;)

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    1. In questo caso "solo" una brava maestra (di circa 60 anni), con un metodo che sembra proprio funzionare, e passione per il suo lavoro

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    2. Hai detto passione per il suo lavoro? Qui in Italia,gli/le insegnanti vengono assunti,ma il lavoro che svolgono,la maggior parte delle volte,non é per passione,ma perché hanno trovato quel lavoro (precario ovviamente). Elena

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    3. Elena, magari mi sbaglio, ma credo invece che molti insegnanti in Italia siano proprio stimolati dalla passione, non certo dallo stipendio o dalle prospettive per il futuro.

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    4. Infatti,alcuni sono stimolati per la passione,invece altri per lo stipendio. Con la crisi economica che c'é qua in Italia,non é raro che un insegnante sia precario,o che lavori per lo stipendio,anziché per la passione di insegnare ai bambini/ragazzi. Elena

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    5. In Italia, come in tutto il resto del mondo, c'è chi lavora per la pagnotta e chi invece ci mette passione. La crisi non c'entra proprio niente.
      Abbiamo degli ottimi insegnanti in Italia, delle ottime scuole, i nostri laureati (ovvio, non quelli che si laureano a 30 e passa anni ma quelli che si son dati da fare per finire entro i termini) sono accolti all'estero a braccia aperte e tenuti in gran considerazione.
      Se la smettessimo di guardare agli altri stati come se fossero sempre e solo loro capaci, ci accorgeremmo che proprio tanto male non stiamo, anzi.

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    6. Appovo. Io sono una ex insegnante ( sono in pensione da settembre ) di scuola primaria. Ho insegnato fino al compimento dei 67 anni e sarei andata ancora a lavorare se mi avessero voluto.Purtroppo mi hanno detto che non era più possibile continuare e questo mi ha mandato in crisi. Grazie al cielo vado ancora nella mia scuola però, ma come volontaria , non pagata, per dare un aiuto nei casi difficili o ai bambini stranieri appena arrivati in Italia e che non sanno la nostra lingua. E come me ci sono centinaia di insegnanti che si prestano gratuitamente a dare una risorsa in più alla scuola
      Paola

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  2. che invidia... mia figlia di dieci anni, con ottimo voto in pagella, dopo cinque minuti (e già sto esagerando) annaspa decisamente.
    e abbiamo una maestra di inglese a detta di tutti molto brava.
    complimenti a tua figlia, oltre che alla maestra

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  3. Ehhh!!! Qui in Italia,ho provato con mia figlia di 9 anni,e quando le ho chiesto: "How are you?", lei non mia risposto,e mi ha chiesto il significato delle parole. Come scuola pubblica,loro inglese lo fanno pochissimo. Fai i complimenti all'insegnante di Eleonora! Ah,gli svedesi! Elena

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  4. Dato che la prova che hai fatto con Eleonora,cioé quella di parlare in inglese,é riuscita molto bene. Perché non provi anche con Sofia,con le frasi né semplici,semplici tipo: "what's your name"? Oppure "how old are you"? E fare la stessa cosa con lo svedese. Poi mi dirai il risultato se é riuscito o meno. Elena

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    1. Perché dovrebbe fare la stessa cosa con lo svedese a una bambina svedese?
      Ciao
      Magdalen19+0

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    2. C'è una differenza sostanziale: Eleonora fa inglese a scuola, Sofia non fa inglese all'asilo. Sofia sa contare sino a 10 in inglese e conosce qualche parolina, nulla di più. Eleonora ha una maestra che usa un metodo (quello della scimmietta parlante più alcune figure appese in classe).
      Per quanto riguarda lo svedese, è la sua madrelingua.

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    3. Bé,é giá qualcosa che sa contare in inglese. Conosco dei bambini italiani di 4/5 anni che non sanno niente di inglese. Che siate avvantaggiati lì in Svezia? Elena

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    4. Io conosco bambini delle elementari che sanno la differenza fra accento grave e acuto. Si scrive è, non é.

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    5. @mirella: in fondo in italiano è la stessa cosa,cioè che non cambia niente tra l'accento acuto e grave. Invece se fai la stessa cosa in francese,è un vero e proprio errore! I francesi tengono molto agli accenti! Elena

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    6. @Anonima Elena: che differenza passa tra perch"é" e "è"?

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    7. @Elena Ci teniamo anche noi italiani agli accenti. Beh, forse tu no, e probabilmente perché non li sai, ma tu li usi in modo sbagliato e un insegnante di italiano te li correggerebbe. Anziché rispondere come hai fatto tu citando i francesi avresti dovuto ammettere il tuo torto e andare su qualche sito tipo accademia della crusca a ripassare. Il nostro paese siamo noi e diventa quello che lo facciamo diventare noi.

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    8. grazie Mirella.
      Anche in italiano "perchè" è un grave errore. per non parlare di "pò" ed "e' ".
      Marina

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    9. Ti seguo spesso e leggo anche volentieri. Ma sull'inglese ci sono altri motivi. Il merito non é della scuola svedese, ma del fatto che in Svezia i bambini sono esposti sin da tenera età alla lingua inglese in televisione. Qui infatti niente é doppiato. Infatti se uno conosce bene l'inglese vedrà come gli svedesi nella maggioranza dei casi sono molto sgrammaticati quando parlano, e traducono dallo svedese in maniera letteraria. Fatta la prova molte volte con amici madrelingua. La riprova la hai con la piccola che non ha mia studiato inglese ma che già capisce qualcosa. Inoltre, l'evidenza la hai quando confronti con l'Europa. Le uniche nazioni dove si parla bene inglese sono quelle con la tv non doppiata, i paesi scandinavi, l'Olanda e la parte fiamminga del Belgio. Quest'ultimo prova ancora di più questo. Stesso sistema scolastico, ma i fiamminghi hanno la Tv in inglese e lo parlano tutti molto bene, i valloni doppiano in francese e pochi sanno l'inglese.

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  5. Parlavo oggi con un'amica francese che ha vissuto anche in Germania di come in Italia e Francia l'approccio alle lingue straniere sia sbagliato, senza bisogno di giudicare né come né perché. Sia io che lei, fosse per la scuola, sapremmo ben poco soprattutto delle lingue germaniche (il francese per un italiano è senza dubbio più automatico.)

    Ben venga uno Smiley parlante inglese in ogni classe!

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