Come da tradizione il sabato del giorno dei morti siamo andati al minneslunden (il campo dei ricordi), che è quella parte del cimitero nel quale le ceneri dei defunti vengono messe in una posizione non precisata, senza una lapide ad indicare un posto preciso. È il posto dove si vanno anche a ricordare i propri cari che non ci sono più, indipendentemente da dove siano.
Eleonora ha iniziato a singhiozzare appena passati i cancelli del cimitero. Al momento di accendere i ceri c'è mancato poco che le sue lacrime spegnessero le fiamme dei lumini. È tornata a sorridere solo in macchina verso casa. Lei è fatta così: si commuove, lascia uscire i suoi sentimenti senza freni, esorcizza le sue parole con un pianto liberatorio.
Sofia è più come la nonna di Mimmo in "Bianco, rosso e Verdone", che legge le date sulle tombe e commenta. Apparentemente più distaccata, in realtà altrettanto sensibile.
E il pensare alle persone dalle quali ci siamo separati diventa una cosa che ci unisce, come quell'abbraccio nel quale ci siamo stretti guardando i ceri che avevamo appena messo pensando a loro.
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