venerdì 19 febbraio 2016

Basta giochi

Non ho fatto in tempo a scrivere che il venerdì a scuola di Sofia era un giorno speciale che ecco che sono cambiate le regole.
Me lo ha detto Sofia quando sono andato a prenderla. Me lo ha confermato la lettera della settimana sul registro elettronico: da settimana prossima niente giochi. Nemmeno uno. Sono sorti troppi problemi, invidie, esclusioni.
La lettera conferma anche che a scuola è vietato ogni tipo di gioco di guerra.

Per fortuna però i momenti di gioco ci sono. Oggi ne hanno avuto uno durante matematica. Hanno fatto una passeggiata per la scuola, a due a due. Era una caccia al fantasma. Ad esempio in un armadio prima c'erano sette dolcetti, ma dopo che era passato il fantasma ce n'erano solo due. Ai bambini il compito di calcolare quanti ne aveva mangiati il fantasma. La matematica non è un'opinione. È un gioco.

3 commenti:

  1. Sul fatto di non portare giochi da casa ancora ancora, ma anche decidere a cosa si debba giocare...
    A quando la psicopolizia?

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    1. Se è per questo, quando ero ragazzo io, i genitori erano dell'idea che non si dovesse pomiciare. Quante volte l'abbiamo fatto alla faccia loro...

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    2. Ma che vuol dire? Secondo me è corretto non far portare giochi, che potrebbero evidenziare differenze e invidie. È lo stesso concetto del grembiule o della divisa, che servono a evitare confronti fra abiti firmati o meno. A scuola tutti uguali. Sui giochi da guerra, la scuola definisce delle regole entro i suoi confini e mi pare corretto, fuori da lì i bambini giocheranno a ciò che vogliono.

      LaZingara

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