Due cose, mi ricordo dall'esperienza con Eleonora, sono tipiche dei due anni: il "periodo no" ed il "io so farlo da sola".
Sofia è entrata nel pieno di entrambe le cose durante la stessa settimana.
Per il so farlo da sola certe volte non accetta aiuto, non importa se si tratti di lavarsi i denti, pettinarsi o portare tutti insieme i piatti in tavola quando c'è da apparecchiare.
Per i "no" ti sfida, a volte dice "no" anche se vorrebbe dire sì. Ha persino detto di no a del cioccolato (ed in faccia le si leggeva che si era già pentita della risposta mentre ancora la pronunciava, ma non poteva tornare indietro). Non ha però osato dire di no alla Nutella.
Per tutto il fine settimana poi ha detto di no a nonno Bosse che le chiedeva un abbraccio. Un "no" seguito da una risatina ed uno sguardo che voleva dire "tanto lo sai che ti voglio bene".
Lui non si è scomposto. Ad un certo punto le ha dato un abbraccio a sorpresa. Lei ha fatto la faccia arrabbiata (quella con il labbro inferiore che sporge e che nonna Eivor ci ha detto che mamma Anette faceva precisa precisa). Lui allora le ha detto che se non voleva l'abbraccio poteva ridarglielo indietro.
Lei allora lo ha abbracciato con l'espressione soddisfatta di chi dice "visto che non mi sono fatta infinocchiare?".
Lui si è goduto l'abbraccio con un'espressione ancora più soddisfatta.
amore, che dolce nonno e che dolce bimba (però i terribili due sono davvero terribili ^_^)
RispondiEliminaMe li ricordo bene questi due periodi!
RispondiEliminaAh, non pensare che a sette come a nove i no non siano più delle sfide.
RispondiEliminaRoberta
me li ricordo i terrible 2, sono ancora molto recenti visto che il mio bimbo grande ha 3 anni. quello che fino ad ora vedo (ovviamente non so come andrà nel futuro e mi sembra presto per cantare vittoria) è che i capricci si fanno ancora ma mentre a 2 anni si fanno sempre e comunque per dire NO di default, ma non hanno sotto nessuna logica se non quella di volere sempre e solo il contrario di ciò che vuoi tu, a 3 anni si fanno perchè c'è un motivo, una logica che molto spesso non fa una piega. E si può spiegare, dialogare, convincere, fare "un patto". insomma mi sembra di raccogliere i frutti di un metodo educativo basato sulle parole più che sulle minacce, e su una dolce fermezza piuttosto che sull'aggressività. se non vuole fare qualcosa si parla e in genere lo si convince. magari borbotta tutto il tempo che lui non voleva, ma è niente in confronto al bambino urlante che si sdraiava per terra di qualche mese fa.
RispondiEliminaDunque è questo che devo aspettarmi?! Il grande ne compirà due a breve e c'è da dire che la fase del "No" è già iniziata da un pezzo: dice no a qualsiasi cosa anche lui, soprattutto alle coccole da fare (ma non certo a quelle da ricevere!). Dice no ai biscotti e subito dopo allunga la mano per prenderne uno. E poi sta diventando un vero esperto nel pianto finto. Vedremo come andrà avanti...
RispondiEliminaCiao!! io ti ho scoperto oggi... il nome del tuo blog mi ha subito incuriosita... non si sente spesso un uomo raccontare delle sue esperienze di paternita' e sono subito venuta a leggere. Io purtroppo ancora non ho figli, anche se ne ho cresciuti tanti e sto studiando per poter lavorare in un nido visto che adoro i bambini. Un saluto, a presto! ;-)
RispondiEliminaIl due, il tre, il quattro, siamo pronti per la tombola? :-)
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