I posti ai corsi della scuola culturale della nostra zona sono sempre molto ambiti, c'è molta richiesta e la disponibilità è limitata. Anette era però riuscita a comunicare molto tempestivamente appena si erano aperte le iscrizioni e a prenotare un posto per Eleonora al corso di teatro.
Questa sera c'era la lezione di prova.
Eleonora ieri non era molto convinta di voler andare. Le era piaciuta l'idea, ma l'entusiasmo iniziale era scemato un po'. Io comunque l'ho accompagnata, dicendole che era una cosa senza impegno, e che visto che ha già tante altre attività non sarebbe stato un problema se non avesse voluto continuare. Poiché era la prima volta mi è stato permesso di assistere.
Mentre guardavo la lezione il mio lato creativo si scontrava con il mio essere ingegnere, gestore di progetti, attratto dalla precisione meccanica degli orologi. La lezione mi è sembrata una delle cose meno organizzate e meno pianificate della storia: bambini che si muovevano e si rotolavano mentre la maestra parlava, una ventina di minuti abbondanti passati dai bambini nel guardaroba a scegliere i vestiti, nessuna regia apparente nel far recitare ai bambini la parte che si erano inventati, nessun invito a parlare più chiaramente o ad assumere espressioni coerenti con quello che stavano dicendo. Dopo un inizio nel quale i bambini si erano presentati, senza nessuna spiegazione, la maestra gli ha chiesto chi volessero essere, gli ha fatto elaborare un po' di storia, gli ha fatto scegliere i vestiti di scena, gli ha fatto improvvisare una scena (cosa che ha portato via ancora una decina di minuti) e poi ha li ha fatti recitare. Eleonora si è travestita da strega buona, si è costruita la propria dimora, ha salvato la vita a un istrice inseguito da due soldati, ha giocato con un drago (interpretato da una bambina che ha riconosciuto andare nella sua stessa scuola), e ha partecipato al ballo finale.
Appena usciti non ho fatto in tempo a chiedere a Eleonora cosa ne pensasse che lei con l'entusiasmo negli occhi è la gioia nella voce mi ha detto: "Papà, è bellissimo! Posso continuare? Per favore! È proprio divertente!"
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