mercoledì 13 marzo 2013

Io, nonna Eivor e le bimbe

Sofia praticamente sfebbrata, ma un giorno in più a casa non fa certo male.

Anette sempre al suo corso.

Nonno Bosse invece aveva un paio di impegni, per cui i nonni si sono dati il cambio. E così sono ho la suocera in casa, che è una manna. Durante il pomeriggio con Sofia hanno fatto il pane e dei dolcetti, e mentre io ed Eleonora eravamo agli allenamenti ha preparato le cialde da mangiare con la panna e con la marmellata di lamponi del suo giardino.

Una volta a letto le bimbe poi ha preparato per se e per me la semla (il dolce di carnevale con panna e pasta di mandorle) che ci siamo gustati con una tazza di tè e chiaccherando alla grande. Non sono certo uno di quelli che si può lamentare della suocera.

7 commenti:

  1. è bello sapere che da qualche parte esistono ancora certi equilibri... son quei momenti che restano nella memoria di chi li vive e torneranno di colpo quando un profumo ... un rumore, o uno scritto (come ora)li evocherà

    Quel clima che hai così semplicemente descritto, l'ho vissuto come altri, da ragazzina, quando le nonne profumavano di biscotti, sapone di marsiglia e di quel sugo al ragù con una cottura lungalunga..
    Quelle nonne che ci concedevano di assaggiare quel sugo sul pane fresco mentre continuava la cottura "borbottando", non ci sono più o cmq sono rarissime ... in clandestinità forse.

    Erano i tempi quando in famiglia le paste erano la tradizione al pranzo della domenica, quando le caramelle Rossana e la marsala erano di moda.
    quando si giocava a campana e a corda nei cortili e le figurine panini si compravano a 50/100 lire.

    oggi i tempi almeno qui in Italia come altrove sono diversi.

    non è una polemica, solo una constatazione, oggi che sono una 40enne, le nonne le vedo sempre più al cellulare, in video chiamata con i nipotini, con le amiche a fare shopping, cucinare il latte al microonde ... o comprare in rosticceria.

    Sono felice di aver consociuto quel tipo di nonne e di sapere che da qualche parte ancora resistono.

    Grazie nonne !!

    ... non credo sia tutta colpa del '68 se non sono più così,...qualcuno lo ha chiamato progresso.

    Ciao
    Sonia

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    1. Ciao Sonia, quasi quarantenne condivido i tuoi stessi ricordi. Anche se il ragu da noi lo preparava mio nonno!!! Bei vecchi tempi :-)

      La Zingara
      quoredizingara.wordpress.com

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    2. Ciao Sonia, io sono poco più che trentenne...e ho i tuoi stessi ricordi (oggi i miei nonni hanno 99 anni...e ancora ho in bocca il sapore di quelle polpette e di quel ragù che solo lei poteva e sapeva fare...)
      ho due bimbi piccoli e sia la mia mamma cha la suocera per fortuna mantengono ancora vivi alcuni di questi magici modi di essere nonni...
      io provo un'enorme nostalgia...
      e anche tanti sensi di colpa, perchè non mi è consentito contribuire a rendere magici tutti i pomeriggi
      costretta da contratti e mezzi di trasporto
      a vivere solo poche ore al giorno
      la famiglia

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  2. Mi riempie il cuore di gioia leggere questi bei vissuti familiari.
    E ho anche un po' di invidia.

    Grazie Stefano e grazie a tutta la tua famiglia compresa quella "allargata".

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  3. Grazie Stefano...e grazie NONNI!!!!

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  4. Giusto per la cronaca: ho 53 anni, faccio i biscotti (dice mio nipote che sono i più buoni del mondo), il ragù che ci vogliono 8 ore per cuocerlo, il mio bucato profuma di Marsiglia (merito del detersivo) e lavoro anche, quando ho un contratto e mi arrampico sui mezzi di trasporto sempre più rari in una città difficile come Napoli.
    Essere nonni è una categoria dello spirito e ci vuole poco, soprattutto la volontà di farlo, per mantenere i profumi, dare vita ai ricordi, rinnovare i sapori.
    I nonni sono stati ragazzi e i ragazzi diventano nonni e si passano il testimone delle tradizioni familiari. E anche se non si può tutti i pomeriggi, si può la domenica. Se non lo facciamo noi, chi allora?

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