domenica 25 marzo 2012

Pensieri futili nel giorno delle cialde

Il 25 marzo è "våffeldagen" (il giorno delle cialde) e quindi oggi cialde, sia a pranzo dalla nonna che a cena preparate da me.

Fra una cialda e l'altra siamo capitati a parlare di doppiaggio di film e cartoni e, notando le differenze fra doppiaggio in italiano ed in svedese, ci siamo chiesti come mai a volte il doppiaggio italiano faccia molti più cambiamenti del doppiaggio in altri paesi. Ad esempio negli aristogatti l'irlandesissimo gatto O'Malley diventa da noi il romanaccio Romeo, i micini Marie, Toulouse e Berlioz è solo in italiano che diventano Minou, Matisse e Bizet, ed il topolino è Roquefort in tutto il mondo tranne da noi dove diventa Groviera. E così Eleonora e Sofia sono "costrette" ad impararsi il doppio dei nomi rispetto ad altri bambini bilingue :-)

10 commenti:

  1. A questo non avevo mai pensato, eh sì i nomi sono diversi!
    Per quanto riguarda le cialde io le adoro!

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  2. Ma si sa che noi italiani siamo così originali... :)
    Ci mandi una cialda? anzi due? :))

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    1. o per certi versi provinciali...?-;)
      in che anni è stato doppiato gli aristogatti?

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  3. Gli Aristogatti è degli anni '70. Così alla buona direi che i cambiamenti sono dovuti al tentativo di rendere comprensibili in Italia le particolarità derivanti dalle differenze di linguaggio, per esempio la differenza che c'è fra l'inglese scozzese (pressoché incomprensibile) e quello britannico. In italiano si poteva rendere solamente utilizzando una cadenza locale molto evidente e riconoscibile. Per quanto riguarda i nomi dei micini, forse Matisse e Bizet risultavano più "comprensibili" degli originali (per Marie/Minou non mi viene in mente altro che non volessero usare un niome di persona per un gatto!). Idem per Groviera, formaggio molto più noto in Italia del Roquefort (almeno anni fa).
    Se ci pensate, tornando indietro agli anni 50/60, in Italia tutti i nomi dei personaggi dei film americani venivano italianizzati: George diventava Giorgio, Marc era Marco e così via. Era una questione di "riconoscibilità".

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    1. infatti, proprio pensando ai film degli anni 50-60 mi è venuto in mente di chiedere in che anni è stato doppiato gli aristogatti..

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  4. Non c'è assolutamente nulla di scozzese negli Aristogatti, temo. C'è molto, invece, di irlandese. Thomas O'Malley (Romeo) infatti è irlandese: rosso di pelo, romantico, estroverso, amante della musica e soprattutto scanzonato rubacuori. Caratteristiche che con la Scozia nulla hanno a che fare. Probabilmente queste connotazioni culturali negli anni Settanta sono state ritenute lontane dalla cultura italiana e sostituite da qualcosa di simile e altrettanto caratterizzante, trasformando efficacemente Thomas O'Malley in Romeo, er mejo der Colosseo. Inoltre, "tomcat" in inglese vuol dire "gatto maschio intero", cioè non sterilizzato. E il nome Tom (Thomas) contiene appunto questo riferimento. Molti altri sono i giochi di parole e i riferimenti nel film che nella versione italiana sono andati persi.

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    1. irlandese! ho sbagliato a scrivere ma il concetto che volevo esprimere rimane quello condiviso mi sembra da tutti: non solo si traduce, ma si adatta al contesto noto al pubblico di riferimento. io preferisco sempre leggere e guardare programmi nelle lingue straniere che conosco e mi rendo conto di "perdere" a volte il significato di molte battute perché non ho determinati riferimenti culturali. in genere sono contro il doppiaggio, ma nel nostro paese, che non ha la cultura della lingua straniera, se non doppiasero (e "adatassero" non venderebbero. si tratta di puri ragionamento commerciali. all'estero doppiano pochissimo e questo contribuisce alla diffusione e all'apprendimento almeno dell'inglese.

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  5. secondo me non si limita agli anni 70...gli italiani sono restii a capire le cose degli altri paesi. rifuggono le battute che non capiscono....è cosi in molti telefilm e film. invece di guardare la tv per imparare qualcosa la si guarda solo per divertimento fine a se stesso.
    io ho smesso di guardare tutto cio che sia doppiato...almeno imparo qualcosa!

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  6. Ho due considerazioni. La prima è che certi giochi di parole e sottintesi sono intraducibili se non li trasformi (l'esempio degli aristogatti è uno di questi). La seconda è che abbiamo in Italia una scuola di doppiaggio che credo non sia sbagliato paragonare a una casta anche piuttosto potente (se poi guardate i cognomi dei doppiatori ci si scoprono alberi genealogici in certi casi!). Indubbiamente bravi, ma sembra che sui film passi la livella, sempre le stesse voci... Ogni tanto ci provano a mandare in onda i film in originale, ma poi regolarmente spariscono, chissà perchè! Devo confessare poi la mia grande delusione nel sentire Woody Allen in originale, Lionello (se non ricordo male) era molto più divertente!

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  7. Non è solo questione di anni 50/60, purtroppo... basta pensare che in The Big Bang Theory, una serie che riguarda quattro giovani fisici appassionati di fumetti e videogame, appena 4 anni fa il gioco da tavolo "Paroliere Klingon" (citazione di Star Trek neppure tanto velata) è diventato il "Risiko" facendo perdere il 70% della caratterizzazione dei personaggi, a maggior ragione che si trattava dei primissimi episodi e quindi decisivi!!! =_____='

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