E così con settembre è arrivata anche la prima riunione dei genitori all'asilo di Sofia. Entrando, sul tavolo, assieme alla frutta per noi genitori, facevano bella vista dei pomodori. Vista la nostra aria titubante (saranno da mangiare? decorazione estemporanea?) una delle maestre ci ha spiegato che erano quelli che i bambini avevano piantato in primavera. Le maestre hanno poi iniziato mostrandoci il piano didattico con gli obiettivi per i vari gruppi di bimbi ed il piano pari opportunità/diritti/doveri. Ci hanno poi coinvolti in un esercizio pratico per farci vedere come lavorano con i bambini: tutti in piedi, la maestra faceva un'affermazione del tipo "preferisco una settimana senza dolci o una senza televisione" e via, a noi la scelta, chi sceglieva la prima opzione si metteva da una parte della stanza e chi l'altra dal lato opposto. Così i bambini lavorano con le proprie scelte, lo spiegarle (i più grandicelli), il capire che si possono avere opinioni diverse entrambe "giuste".
Poi ci hanno raccontato che, visto che i locali dell'asilo confinano con una residenza per anziani, una volta al mese i bambini faranno degli spettacoli per gli anziani. Da settimana prossima inoltre ogni giovedì porteranno i bambini fuori dall'asilo: in biblioteca, al parco giochi, o semplicemente a fare una passeggiata. Verso la fine uno dei genitori ha poi chiesto se le maestre stessero insegnando ai bambini il linguaggio dei sordomuti. Piccolo momento di incertezza fra le maestre, poi uno dei genitori ha spiegato che sua figlia a tre anni ancora non parla e che quindi ha preso lezioni di lingua dei segni. Le maestre, che volevano rispettare la privacy della bimba, hanno quindi spiegato che anche loro hanno preso delle lezioni e la bimba con loro comunica con i segni, cosa che gli altri bimbi vedono ed imitano. Ci siamo quindi lasciati dopo aver imparato i segni per dire acqua, latte, panino ed asilo.
Che sensibilità verso quella bimba! Veramente lodevole.
RispondiEliminaUn atteggiamento davvero straordinario. Vi chiamate - e siete - un paese civile. Qui a fatica ci sono gli - che poi sono quasi sempre "le" - insegnanti di sostegno ...
RispondiEliminaHo le lacrime agli occhi per la commozione... Questa sì che è civiltà!
RispondiEliminaConcordo in pieno con Amedeo...a fatica davvero !!!
Sono davvero colpita. Non solo per la sensibilità verso quella bimba, ma anche per l'intelligenza di insegnare che ci sono opinioni diverse ma non sbagliate...
RispondiEliminaE pensare che buona parte del sistema educativo svedese si ispira a metodi quali Montessori o Reggio Emilia, ossia metodi nati in Italia
RispondiEliminaWao! Questa sì che è integrazione. Io in Italia ho seguito una scuola elementare con metodo Montessori e credo sia un'ottima scelta. Bello che insegnino ai bambini a lavorare sulle scelte e che cerchino di far giocare e stare insieme tutti i bambini, anche quelli con problemi.
RispondiEliminaSeya
Per il momento io mi reputo fortunata. Non credo che le due scuole statali frequentate finora dai miei figli adottino ufficialmente metodi Montessori o Reggio Emilia o che. Però entrambi hanno o hanno avuto in classe bambini provenienti da altre culture o che necessitano di supporti diversi e le maestre mi sembra trattino correttamente ogni situazione.
RispondiEliminaRoberta
Che mondo diverso e incredibilmente civile, anche per me che in Italia non ci vivo! E sul fatto che Montessori e Reggio CHildren non son profeti in patria, ma all'estero vengon applicati e apprezzati tantissimo hai proprio ragione!
RispondiEliminaMa questa scuola sembra fantastica. . . Mi domando se riuscirò mai a trovare qualcosa di simile a Milano. Vorrei trasferirmi in Svezia solo per poter far vivere mia figlia un'infanzia nel paese migliore per i bimbi.
RispondiEliminaNoi siamo caduti bene: la scuola materna che abbiamo scelto per i nostri bimbi è quanto di meglio avremmo potuto scegliere, ma la differenza , fondamentale, da noi la fanno le maestre, il consiglio direttivo, chi si occupa e si impegna per fare in modo che la scuola funzioni, anche noi genitori che per la maggior parte siamo attivi e partecipi (ma anche perchè richiedono che siamo attivi e partecipi).
RispondiEliminaEducare i bimbi al rispetto degli altri e delle altrui idee e opinioni è importante, che lo facciano a scuola ancora di più! Qaundo sostengo che altri Paesi, come la Svezia, sono più civili dell'Italia intendo prorpio questo: da noi dobbiamo affidarci alla sensibilità e all'empatia delle educatrici (e quindi può andarti bene o meno bene)..insomma non è così scontato...
spero di trovare un asilo altrettanto valido a suo tempo.
RispondiEliminaUna domanda, ma la bambina che non parla ha avuto una dichiarazione medica che dice che è "muta". Da quello che rcconti non è chiaro. No, perché nella mia esperienza di baby sitter ho incontrato un bambino che a 3 anni non dicevano una parola, ma alla fine si è capito che era una questione di, chiamiamola disattenzione familiare. Non andava al nido, era probabilmente più "pigro" di altri e nessuno in casa si era preso la briga di stimolarlo. Non aveva tratto vantaggio nemmeno dall'avere un fratello più grande, ma comunque "piccolo". Io ci parlavo, descrivevo tutto quello che facevamo,leggevo libri. Una delle mie più grandi soddisfazioni è che un giorno mi ha guardata e ha detto "ciao". La sua prima parola e io ero lì con lui. Piano piano ha preso a parlare e non ha smesso più!
RispondiElimina@La Zingara La bambina non è muta, dice qualche parola, ma è molto indietro per quanto riguarda esclusivamente il linguaggio. A tre anni parla peggio di Sofia che ne fa due a dicembre.
RispondiEliminauna scuola da "invidiare"!
RispondiEliminami piace molto leggere della tua vita familiare e della bellissima svezia.
ciao
(in)determinata