domenica 31 ottobre 2010

Ad un quarto del congedo

Ultimo giorno di ottobre, e così se ne va i primo mese di congedo parentale.
Qualche rifessione: stare a casa è splendido, sia per il legame che si crea con Sofia, nonché con il resto della famiglia, sia perché scopro aspetti della mia persona che raramente utilizzo in altre situazioni. In quest'ottica le due settimane che l'Unione Europea vuole proporre per tutti i padri sono un passo nella giusta direzione, ma mi sembrano proprio pochine. Inoltre devo dire che un fattore importante in questo periodo è il supporto che ricevo da mia moglie. Ad esempio stanotte ha preso lei Sofia per permettermi di dormire indisturbato. Credo le chiederò di scrivere qualche post, per rendere visibile ed indelebile la sua presenza qui nel virtuale visto che nel reale lei è fondamentale nel rendere quest'esperienza così speciale.

Mentre scrivo Sofia dal seggiolone ride e vuole offrirmi un po' del suo biscotto (la parte non masticata questa volta, per fortuna). Il primo mese è passato velocissimo e sento che voglio godermi ogni momento dei tre che rimangono!

9 commenti:

  1. qui in italia magari ci fossero i 14 giorni obbligatori per l'altro genitore che non prende il congedo obbligatorio... sono un po' sfiduciata, ma mi sa che se questo prima o poi succederà il mio Fabio (che nascerà fra un paio di mesi)sarà già all'università...

    Anna

    RispondiElimina
  2. io penso che dividersi i ruoli in modo equo aiuta anche a capirsi di più. se entrambi i genitori lavorano, per esempio, ci si capirà di più se una sera uno dei due deve lavorare fino a tardi e l'altro deve occuparsi dei bambini da solo; ci si capirà di più se entrambi cucinano o sparecchiano, se si occupano della nanna dei bimbi a turno, a seconda delle circostanze... ci si capisce e si hanno anche meno cose da rinfacciarsi... sono convinta che le pari opportunità iniziano in famiglia, se non ci si sostiene a vicenda hai voglia a quote rosa e asili nido comunali... non si va da nessuna parte! forse in Svezia sarà scontato, ma qui da noi vedo che tante famiglie sono ancora rimaste ad una divisione dei ruoli molto arcaica.

    RispondiElimina
  3. Ti diró, ci ho pensato spesso a questa cosa. Io non ho famiglia e sono single, quindi é una cosa abbastanza lontana. E giusto per iniziare vorrei dire che quando vivevo insieme alla mia ex si faceva tutto in due, anzi io cucinavo, pulivo e sistemavo molto di piú in quanto mi piace. Inoltre le proibivo di lavare i miei vestiti, so fare da me.

    Detto questo, in modo da non passare per un uomo delle caverne, penso che nel mio lavoro non potrei mai permettermi di prendere tutto questo tempo. Certo, se non volessi fare carriera e volessi rimanere dove sono tutta la vita, nessun problema... ma altrimenti no. Gli altri ti passano in testa senza problemi, non é che qualcuno aspetta te. E lo capisco, non ci vedo niente di male. Il mondo degli affari é una competizione continua. Ed é giusto che sia cosi vista la concorrenza internazionale che c'é.

    Inoltre il massimo dello stipendio pagato con la paternitá/maternitá arriva a circa 30.000 SEK (un pochino in piú mi sembra), che sono in alcune posizioni, pochissimi soldi.

    Quindi il tutto é conveniente, ma fino ad un certo punto.

    RispondiElimina
  4. ps: poi ovviamente... é una questione di scelte. E non sono cosi convinto che la mia sia necessariamente la migliore.

    RispondiElimina
  5. @gattosolitario Qui in Svezia quattro (o anche sei) mesi di congedo parentale non ti rovinano la carriera, anche perché in linea di massima li prendono tutti (oltre l'85% secondo i dati di Försäkringskassan), anzi, io trovo che ci sia scetticismo nei confronti di chi non è capace di mettere da parte la propria carriera per un periodo così breve per prendersi cura dei propri figli.

    RispondiElimina
  6. Il fatto é che io lavoro molto relativamente "solo" Svezia. Purtroppo per alcune cose, ma anche per fortuna per altre.

    RispondiElimina
  7. 15 giorni infatti a me sembrano sinceramente quasi inutili... e trovo che gattosolitario esprima perfettamente l'essenza della cultura dilagante in Italia ed in molti paesi europei... la carriera, la competizione, lo stipendio... tutto valido, come dice gatto è una questione di scelte... appunto... anche avere figli è una questione di scelte e non si capisce perchè a sacrificare la carriera dovrebbe essere sempre la donna, dato che i figli si fanno e si crescono in due... purtroppo "liberi di scegliere" non è uno slogan valido in una cultura che, tutt'ora, rende libera solo la metà della coppia...

    RispondiElimina
  8. p.s. Stefano e Anette: siete una coppia fantastica e anche se Anette qui non si legge si respira quanto sia importante anche il suo contributo... e le pupe sono stupende! :)

    RispondiElimina
  9. @valepi il contributo di Anette è fondamentale - anche per l'aspetto delle pupe che per fortuna assomigliano alla mamma :-)
    Lei sostiene la mia carriera (mi ha seguito per quasi due anni in Canada) ed io sostengo la sua (l'ho seguita per un quasi un anno in un paesotto in mezzo ai boschi nel nord della Svezia) e, come scrivi tu, abbiamo fatto e cresciamo i figli in due. In casa cerchiamo l'equilibrio, ma fa sicuramente più lei. Io m'impegno, sia per lei che per far crescere le bambine senza stereotipi.

    RispondiElimina