Oggi dopo aver lasciato Eleonora all'asilo sono andato allo "Spazio per bambini" con Sofia, e mentre leigattonava, iniziando una specie di socializzazione con gli altri bebè, mi sono soffermato a guardare gli altri papà in congedo parentale. Ci accomunava l'"uniforme". Partendo dal basso: scarpe comode, quasi sempre da ginnastica, fatte per macinare chilometri spingendo il passeggino; pantaloni: jeans o pantaloni multitasche dove ogni papà sa trovare tutto anche al buio (ciuccio, sonaglio, fazzoletto, salviettine umidificate, minilibro, ecc.); polo e per finire il maglioncino felpato - pratico e morbido per il viso dell'infante - dove risaltano le "medaglie". Questi distintivi possono essere macchie rinsecchite di rigurgiti, ditate di qualsiasi sostanza, moccio, tracce degli ultimi pasti e chi più ne ha più ne metta. Proprio come le onoreficenze dei soldati decorati, anche queste medaglie raccontano delle storie. Guardi una delle macchie, poi ti scambi uno sguardo con il papà di turno e sembra quasi di sentire la storia di quella macchia.
A proposito di macchie, Sofia mostrò sin dai primi mesi due facoltà: la prima quella di riconoscere le mie cravatte preferite ed agguantarle - lasciando la sua impronta - con un gesto rapidissimo mentre mi accingevo a baciarla prima di andare in ufficio, e la seconda la facoltà di macchiare la camicia o l'abito in modo indelebile quando il primo appuntamento della mattina sarebbe stata una riunione importante ed il cambiarsi avrebbe significato arrivare troppo in ritardo.
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