lunedì 12 ottobre 2015

Una piccola emozione

Oggi, nel tardo pomeriggio, ero a casa con Eleonora e Sofia.
Eleonora aveva da fare dei compiti di italiano.
Sofia, che vuole essere come la sorella, ha quindi preso uno dei libri che usavamo quest'estate e si è messa anche lei a fare degli esercizi di italiano.
Dopo un po' io ero al telefono con nonna Marghe, quando ecco che Sofia è incappata in un esercizio che le dava del filo da torcere. Ecco quindi che Sofia ha fatto per venire da me a chiedermi aiuto, ma quando ha visto che ero al telefono ha deciso di chiedere a Eleonora, la quale ha iniziato in maniera molto pedagogica a spiegare l'esercizio alla sorellina. Fra di loro sono solite parlare in svedese, tranne quando litigano, ma in questo caso, verosimilmente vista la materia, il tutto si è svolto in italiano, cosa che ho notato anche se stavo parlando al telefono.
E devo ammettere che questo loro aiutarsi e discutere dei compiti in italiano mi ha dato una piccola emozione.

8 commenti:

  1. Litigano in italiano? Interessante! Secondo te come mai? Rende meglio l'idea??

    Alessia

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    1. Molto più efficace secondo me. Lo svedese non è così colorito e non è una lingua fatta per litigare o avere accese discussioni secondo me. Comunque bravissime in ogni caso. Noi stiamo facendo moltissima fatica con lo svedese con nostra figlia. Solo quest'estate quando è rimasta da sola in Svezia una settimana ha iniziato a parlare. C'è da dire che abbiamo l'ulteriore aggiunta del tedesco, confidiamo nel tempo e nelle vacanze svedesi!

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    2. Alessandra, se la mia esperienza vale qualcosa (e può darsi che non valga nulla), due lingue un bambino le impara, tre sono troppe.

      Ho letto da qualche parte (credo Scientific American, ma non me ne ricordo) che l'apprendimento infantile e quello adulto di una lingua attivano due aree cerebrali diverse, cosa che spiega la facilità dell'uno e la difficoltà dell'altro. Quando un bambino impara due lingue viene comunque usata l'area cerebrale infantile, e ciò comporta maggiori difficoltà; occorre immagazzinare due vocabolari e due grammatiche più o meno diverse e al tempo stesso mantenerle distinte. questo articolo diceva infatti che i bambini bilingui impiegano più tempo degli altri per iniziare a parlare e per fare discorsi sensati in ciascuna delle due lingue a disposizione; è stato implicato che c'è una base neurologica al fenomeno.

      Non mi ricordo cosa dicesse l'articolo a proposito dei bambini trilingui né di un eventuale talento per le lingue, ma ne ho tratto l'idea che occorra dare la possibilità ai bambini di gestire il processo secondo i loro tempi e non cercare di sovraccaricarli. Anche perché, se ricordo bene, i bambini bilingui hanno comunque una maggiore facilità per le lingue apprese in seguito a scuola.

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    3. Mi introduco, perdonatemi.
      Recenti studi dimostrano che, se è vero che fino all'inizio dell'età scolare i bimbi multilingue hanno difficoltà in più, è altrettanto vero che le loro facoltà cognitive e si apprendimento ne vengono stimolate ed accresciuta. Il divario linguistico in termini di vocaboli noti ed usati viene colmato quasi subito e il vantaggio non riguarda solo le lingue ma tutto l'apprendimento in generale.

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    4. Allora devo essere un bischero io, perché tre lingue (italiano, danese e tedesco) per me sono state troppe.

      Anche se poi, con inglese e francese, sono diventate tre comunque.

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    5. Grazie. Devo dire che mia figlia non ha avuto alcun ritardo con l'italiano, anzi, secondo le insegnanti dell'asilo è molto dotata lato linguistico (premetto che io stessa parlo 5 lingue di cui 2 sono per me madrelingua). Vedo in realtà molti caso di successo con 3 lingue qui in svizzera. Forse svedese e tedesco sono molto simili da causare confusione? Per ora pazientiamo, sono d'accordo, ognuno ha i suoi tempi

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