venerdì 12 aprile 2013

La parità data per scontata

Durante l'ultima visita a Milano un'amica mi ha regalato "Cattive Ragazze - 15 storie di donne audaci e creative", un bel libro a fumetti che racconta le storie di donne come Marie Curie e Miriam Makeba. Una delle storie narrate nel libro è quella di Alfonsina Morini Strada, pioniera del ciclismo femminile e unica donna ad aver corso il Giro d'Italia con gli uomini.

L'idea era di leggere le varie storie insieme a Eleonora, un po' come ispirazione, un po' per commentarle insieme. Io avevo preparato il libro alla pagina della storia della Morini Strada, ma lei ha letto la storia (4 pagine) mentre io ero occupato con Sofia. Le ho chiesto come l'avesse trovata. Lei mi ha detto che sì, la storia era carina, ma mi ha chiesto cosa ci fosse di speciale nel fatto che una femmina gareggiasse insieme a dei maschi. Loro a scuola lo fanno spesso, e lei è dall'asilo che nella corsa sovente si lascia dietro molti maschi. Praticamente in tutti gli sport fanno squadre miste e ci sono sempre delle bambine più brave di alcuni bambini, e al mare l'estate scorsa dei bambini che giocavano a calcio l'avevano voluta in squadra.

Per lei la parità è scontata. Il libro lo leggeremo comunque, ma la cosa mi fa molto piacere.

17 commenti:

  1. Molto bello che per lei la parità sia una cosa scontata, ma altrettanto giusto ricordare che esistono realtà differenti... d'altro canto in molti posti è scontato l'esatto opposto.
    Non sempre scontato vuole dire cosa buona e giusta, come tradizioni.

    Che commento deprimente.
    Scusa. :-(

    RispondiElimina
  2. Peccato sia solo in Svezia una cosa così scontata.. ;(

    RispondiElimina
  3. fantastico!
    davvero un bell'esperimento farle leggere questo libro. A parte ovviamente la bellezza di leggerlo in sè.

    RispondiElimina
  4. Distanze abissali tra Italia e Svezia.
    Per esperienza diretta -e non solo- nelle scuole italiane la parità non è voluta dalle stesse donne, insegnanti e madri, che rifiutano ruoli diversi da quelli tradizionali.
    Porto un esempio tra i tanti riferito a quando mia figlia frequentava il secondo anno della scuola dell'infanzia. A mia figlia piaceva giocare con una ruspa che era tra i giocattoli della scuola, ed in particolare le piaceva andare a fare benzina al distributore (altro giocattolo scolastico). La maestra le ha proibito di fare questo gioco maschile in più occasioni, fino ad arrivare a strapparle dalle mani la ruspa mettendogli in mano una bambola. Venuto a conoscenza dei fatti ho parlato con la maestra invitandola a lasciare giocare mia figlia come meglio poteva piacere alla bambina. Il risultato è stato quello di essere definito un genitore incapace che non sa crescere i figli e successivamente screditato perché persona "strana". Per mia figlia nulla è cambiato a scuola.
    Le ho comprato una ruspa, così almeno a casa ci poteva giocare.
    La maestra si vanta di essere una donna moderna ed emancipata, esperta di psicologia (ha un diploma di scuola magistrale), nonché simpatizzante/sostenitrice del femminismo.
    Io sono un pessimo genitore, laureatosi con una tesi in psicolgia dell'educazione.
    Viva l'Italia.

    p.s.: la scuola materna in questione è statale.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. hai fatto benissimo a comprare una ruspa a tua figlia io solleverei il problema in una riunione di classe insengnanti/genitori e laddove insistesse con il suo sistema educativo segnalerei l'insegnate alla preside.
      E' molto grave questa cosa che ha fatto.

      Elimina
    2. Alla dirigente sono andati bene questi ed altri comportamenti e gli altri genitori hanno preferito non andare oltre.

      Elimina
    3. Assurdo. :( Mi hai ricordato un libro che ho letto sulle questioni di genere in cui si sottolineava proprio come le insegnanti per prime spesso non sono preparate e fanno discriminazioni a tutto spiano.

      Elimina
  5. Vorrei far leggere queste vostre esperienze a mio fratello, classe 1969, sostenitore della "naturale minoritá" femminile. Rischierei l'ennesimo litigio, verrei nuovamente definita "femminista becera, rovinafamiglie e mamma di xxx" perciò eviterò.
    Consolante e rassicurante sapere che in giro c'è dell'altro.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. che simpatico, ahahahahah è tutta farina del suo sacco o copia da qualcuno?!!
      ...dai non ti arrabbiare... piuttosto, chiedigli cosa pensa di farci con le sue indubbie facoltà superiori .... sopratutto quelle intellettive, lasciarle così inutilizzate è uno spreco :)

      Sonia

      Elimina
  6. In Svezia é ovvio che sia scontata,ma in Italia fanno sempre le squadre di maschi e di femmine

    RispondiElimina
  7. Più leggo il tuo blog (lo leggo ogni giorno, ma è la prima volta che scrivo) e più mi viene voglia di trasferirmi in Svezia...se non fosse che, salvadoregna di nascita, italiana di adozione, amo i climi caldi e soffro molto il freddo :(

    RispondiElimina
  8. Quante cose si danno per scontate, in Italia come in Svezia, non solo la parità femminile.
    Per rispondere a Luca e a nonhotempo, io sono la mamma originale, stramba (come Luca è padre), perché non ho problemi a fare giochi maschili coi miei due figli maschi ma a coinvolgerli anche in attività più femminili, dalla cucina alle pulizie. Eppure, ci sono un sacco di miei coetanei (sono del '67 come si può immaginare dal nick) o anche uomini e donne parecchio più giovani di me che pensano tutt'ora che lavare i piatti sia da femmine, che portare a casa lo stipendio sia da maschio, che ricamare sia da femmine, che giocare a pallone sia da maschio.
    Che tristezza.
    Roberta

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ma, in nome della parità, perché definisci "femminili" pulizia e cucina? Io sto proprio leggendo il libro di cucina di Cracco.

      Elimina
  9. io ho due figli, lei 22 anni lui 16, in casa i compiti sono equamente ripartiti e ultimamente in occasione di un mio intervento che mi ha tenuto bloccata a letto per due mesi, si sono dati da fare in egual modo assecondando le loro attitudini ma anche scambiandosi i compiti.
    quando mia figlia aveva 7 anni alla scuola elementare in occasione del Natale come lavoretto venne fatto ricamare un tovagliolo, a tutti, maschi e femmine. i bambini si divertirono molto, qualche maschietto era decisamente meglio di alcune femmine, ma tra i genitori qualche malumore serpeggiava...

    RispondiElimina
  10. Peccato che noi non abbiamo i soldi per trasferirci in Svezia, e ci faremmo un giro volentieri. Alcune volte con imu,IVA e altre tasse non riusciamo ad arrivare a fine mese,con lo stipendio che danno ai lavoratori al giorno d'oggi.

    RispondiElimina
  11. Quand'ero piccola anche per me la parità era scontata. Alle scuole elementari le squadre per i giochi sportivi erano composte equamente da maschi e femmine, e ora al nido mio figlio gioca tranquillamente con le bambole e la cucinetta mentre le bambine si divertono con le macchinine... e quando si cresce che si capisce che la parità non è scontata. Almeno in Italia, (lasciamo perdere in altri Paesi)

    RispondiElimina
  12. Una bellissima realta' anche per me che vivo tutti i giorni qui in Svezia.Ma personalmente non penso sia bene dare per scontato, ma e' bene conoscere che cosa succede in altre parti del mondo e apprezzare e poter migliorare quello che si ha. :)

    RispondiElimina