venerdì 14 gennaio 2011

Tre minuti

Tre minuti. Centottanta secondi. Tanto è durato il pianto di Sofia dopo che l'ho salutata e, per la prima volta, l'ho lasciata con le maestre e gli altri bambini per "andare via" (cioé nascondermi nella saletta dove le maestre di solito fanno la pausa).
La sentivo piangere e guardavo la lancetta dei secondi dell'orologio. Il pianto che si calma e diventa singhiozzo. Il singhiozzo che piano piano diventa silenzio. Poi ancora silenzio. Poi la sento ridere. Annika viene dopo qualche minuto a dirmi che le hanno dato uno spicchio di mela, che Sofia se l'è sgranocchiato con gusto, e che adesso sta giocando con Lilly.
La sento giocare, sento che è tranquilla. Prendo quindi il libro e mi sdraio sul divanetto a leggere. Dopo una mezzoretta sento che i bambini vogliono cambiare stanza. Vedo Vicki danzare con Sofia in braccio. Con un abile giravolta fa sì che Sofia mi dia la schiena proprio mentre passano davanti alla porta della saletta dove sono. Non si è accorta di me. Passa un quarto d'ora ed è ora di andare a casa. Entro nella stanzetta, Sofia mi vede, gattona verso di me e mi fa un super sorriso. Una volta in braccio inizia a fare ciao ciao a tutti.

Lunedì proverà a stare sino al momento del pranzo. Dopo il fine settimana, dice Vicki, meglio non strafare. Poi martedì proveremo a farla stare anche per il riposino.

Dopo il nido abbiamo incontrato una mamma italiana appena trasferitasi qui con suo marito ed il loro splendido piccolo G di 20 mesi. Siamo andati all'asilo aperto. Sofia fra poco non ci andrà più. Il piccolo G credo proprio di si. Mentre lo vedevo prendere i giochi e salire sullo scivolo mi è quasi sembrato di passare il testimone.

9 commenti:

  1. che teneri... Sofia è fantastica, come tutti i bimbi che a poco a poco acquisiscono la loro autonomia...
    ... evito di fare il confronto con l'inserimento di Princi... evito...

    RispondiElimina
  2. ....c'è sempre un pò di emozione nel vedere i nostri cuccioli che crescono...ma consola e stupisce vedere come nel loro piccolo mondo riescano con le loro piccole forze a cavarsela senza di noi!
    www.dalbrucoallafarfalla.blogspot.com

    RispondiElimina
  3. @madamadorè Vero. E mi fa anche pensare a quanto possiamo fare per loro, alle nostre responsabilità. A volte uno si chiede "ma se ci fosse un esame per poter diventare genitori, lo passerei?"

    RispondiElimina
  4. mi hai fatto venire in mente Arte misia e il suo inserimento al nido, oramai piu di 11 anni fà....

    Dolci ricordi.
    Mi piace molto come descrivi le cose e quel paese da favola in cui vivi...Al prossimo colloquio proverò a evidenziare le mie skills derivanti dalla genitorialità...... ma penso che la risata che ne seguirà sarà registrata anche al polo sud.

    Barbara

    RispondiElimina
  5. Devi essere un papà favoloso. Ho coperto per puro caso il tuo blog e sinceramente appena ho un attimo di tempo voglio venirmi a leggere tutta la tua storia.

    Ciao.
    MammaMatta

    RispondiElimina
  6. Se penso ai primi giorni d'asilo della FigliaGrande,, mi vengono i brividi . . . speriamo che con suo figlio sia meglio! ;-)

    Ieri, appena la mamma si è messa il cappotto per andare al lavoro, l'ha guardata preoccupato, poi, quando lei chiusa la porta è sparita ha iniziato a piangere gli ho detto: "non serve che piangi, non sei da solo sotto un ponte, sei qui con noi (io e 2 cani)!" . . . lui ha smesso subito e ha ripreso a giocare! ;-)

    Ciao, R

    RispondiElimina
  7. Ciao! Giorgio stamattina si e' proprio divertito perche' oggi e' stato tutto il giorno emozionato ed euforico! Grazie per la tua disponibilità e compagnia!!! Buon fine settimana!

    RispondiElimina
  8. Ciao Fefo, è da qualche settimana che non commento il tuo blog ma (naturalmente) non mi perdo un solo post! Sembra proprio che l'asilo che descrivi sia un'isola felice e mi dà quella sensazione di “aria buona” che sempre più spesso percepisco quando leggo i racconti di vita di chi vive all’estero. E’ quella stessa sensazione che accompagna i miei viaggi all’estero: un senso di pace e ottimismo che lenisce le ansie e le arrabbiature che sovente fronteggio in Italia. Tutto sembra così semplice altrove. Eppure voglio sperare che strutture ed esperienze simili non siano appannaggio esclusivo della Scandinavia e di tutti quei paesi che siamo ormai abituati a percepire lontani anni luce dal nostro. Voglio davvero sperare che le cose, seppure in modo impercettibile, stiano cambiando anche qui. Sono convinto che i cambianti più significativi debbano partire da noi, senza aspettare azioni eclatanti e (mai) risolutive da parte della classe dirigente. Certo non è semplice quando l’esempio di chi ci governa è così miserabile ma il cambiamento deve comunque avvenire nella mente e nel cuore dei singoli. E questo, mi pare, si stia verificando piano piano. Forse azzardo. Forse sono il solito ostinato ottimista. Forse sto solo cercando un motivo per non andarmene anch’io dall’Italia.

    Lorenzo, TV

    RispondiElimina
  9. @Lorenzo Sono d'accordo con te, sono comportamenti che, da genitore, apprezzo, ma non credo siano solamente possibili a nord di un certo parallelo. E sono, come dici tu, comportamenti che vengono "dal basso". Io nel cambiamento ci credo.

    RispondiElimina